mercoledì 11 giugno 2014

Pensieri di ordinarie paturnie - " L'Abito Sbagliato"



Molte volte capita di combattere delle vere e proprie battaglie interiori tra ciò che siamo e ciò che ci convinciamo di essere; può accadere perché siamo vinti dalla società, da idealizzazioni percepite o subite o semplicemente perché crediamo che dare spazio a quel  singolo pezzettino, possa bastare per completarci e per stare bene. Ma non sempre la parte rappresenta il tutto, almeno quando si tratta di noi.  "L' Abito Sbagliato", il breve racconto che vi riporto di seguito è metafora di questo, della mancata e ritrovata armonia tra tutte quelle mille sfaccettature che siamo.


L' Abito Sbagliato

Da sempre indossava un vestito sbagliato, adattato nel corso degli anni. L'aveva modificato quando cresceva, anno dopo anno e l'aveva così reso perfetto, in superficie. Aveva abbigliato la sua persona nel modo più perfetto che poteva, rendendola a suo agio nel ruolo che aveva deciso a tavolino di interpretare. Così acquisiva credibilità e nello stesso tempo perdeva se stessa, facendo spazio ad un'altra lei che a fatica riconosceva. Lei, quella vera, che viveva al di sotto, tirava sempre più gli orli del vestito, come un bambino per richiamare l'attenzione della madre poco attenta. Seduta giù nel profondo, raccoglieva le briciole che le restavano di qualche emozione, di qualche attimo vero rubato qua e là nel mezzo di quell'assordante caos emozionale. Per ogni volta in cui l'attrice perdeva, la piccola essenza acquisiva spazi, momenti preziosi nei quali richiamava nuovamente l'attenzione, tirando con forza quei lembi del vestito e lacerandone qualche pezzetto in più. Un giorno, il vestito ridotto a brandelli si ruppe definitivamente, lasciandola nuda e sola a rimirare il suo corpo, guardandosi per la prima volta. Scoprì i suoi occhi, imparò a guardarsi e riconobbe quella sua se stessa sopita, che cominciò ad alzarsi, dapprima vacillante e poi sempre più forte. Non indossò vestiti né protezioni. Le armi erano oramai deposte e la guerra finita.
Ricongiunte, le due essenze si presero per mano e cominciarono a conoscersi. Le parole dell'una stupivano l'altra, in un gioco di equilibri nuovo, ma dal suono dolcemente primitivo. La magia ebbe così inizio.
Nessuna sapeva dove l'altra l'avrebbe portata, cosa potesse riservare loro il futuro.

C'erano. Ed era la consapevolezza di essere, il loro più grande traguardo.


"L'Abito Sbagliato" rappresenta il primo esperimento di micro racconti dell'antologia " pensieri di ordinarie paturnie", che affiancherà gli altri post all'interno del blog.

martedì 3 giugno 2014

Teorema dell'indecenza: consigli utili su come evitare drammi da "hot summer"



L'estate si avvicina  timidamente ed è tempo dei primi calori, che si sentono e soprattutto per nostra triste sfortuna, si vedono.
Il trimestre che va da maggio a luglio infatti, gode della creatività in termini di abbigliamento delle persone, soprattutto di noi fanciulle. Non c'è età e classe sociale che possa ritenersi esclusa. Tutti, almeno una volta, nell'assistere a certi delicati abbinamenti, siamo stati costretti ad esclamare " Oddio, ma cosa ti sei messa addosso?! E soprattutto, Perché?" Molte sono le cause, ma le tre principali, credo siano queste:
 
- il cattivo gusto, al quale v'è poco rimedio
- la parziale o totale calura percepita, che forse inibisce parte dei neuroni di cui si dispone
- una mala interpretazione dei trend del momento
 
 
Passiamo in rassegna le varie casistiche con alcuni esempi pratici: è maggio, l'aria si riscalda e la donna, qualunque età abbia o dimostri, cade in un uso indecente del leggins. Perché usiamo il leggins? Perché è pratico, fresco, informale e perché ti può risolvere tante situazioni, laddove per situazioni intendiamo la risoluzione del padre dei quesiti femminili "E adesso? Che mi metto?". E fin qui, nulla da eccepire. Ma il leggins, a meno che non stiate per andare a correre, a meno che non stiate sfruttando il vostro abbonamento in palestra, NON è un pantalone e NON LO SARA' MAI. Quindi, anche se fa caldo, anche se vi piace tanto, non potete mettere un leggins senza una maglia che copri abbondantemente il vostro lato B. E appena dimenticate questo accorgimento, sappiate che l'indecenza vi tiene già per mano. Potete avere un favoloso, marmoreo, lato B, non importa. Non siete carine. Perché i leggins, soprattutto alcuni, sono l'equivalente di una calza  80 denari, quindi, poco lasciano all'immaginazione e tanto invece concedono alla volgarità, come l'elastico che taglia letteralmente il vostro lato b (effetto Bon Roll Aia) , oppure la visione chiara di alcuni inestetismi o scarse tonicità, che in altro modo, non verrebbero neppure prese in considerazione. E non fatevi imbambolare dalle più strambe fantasie proposte o dai tessuti miracolosi " leggins push up, leggins snellenti etc etc": se non potete tirare su  ciò che cede su di voi con la fatica e la costanza di tanto esercizio, non ce la farete mai con delle guaine elastiche!
Perciò, ne segue il corollario: " LEGGINS SI', MA CON  DOVUTA MODERAZIONE, DECENZA E GUSTO E MAI COME DEGNI SOSTITUTI DI UN PANTALONE!"
 
Non possiamo non ricordare citando maggio altri piccoli scempi visivi cui siamo vittime: le calze color carne gialle o marroni, le calze a rete effetto trancio di vitella ripieno, i fantasmini per ballerine di pizzo color carne o neri contro le vesciche (soffrite, ma non fatelo!), studiati appositamente per uscire dal bordo dei vostri dolci piedini, i sandali con le calze, nelle duplici varianti: gialle carne cinese  o nere purchè con cuciture evidenti.
La moda, richiede audacia e anche un po' di sacrificio e dolore. Se volete portare i sandali, fatelo, ma con i piedi curati e senza calze. Se sentite proprio questa necessità delle calze color carne, un consiglio: Philippe Matignon 8 denari, nude. Colorito naturale ed uniforme, in più, dimenticherete completamente di avere delle calze! 
 
Possiamo così arrivare al bimestre successivo, scandito da un solo, unico ed incontrastato protagonista: LO SHORTS.
Ragazze, fanciulle, donne: riflettete bene prima di farlo. Pensateci prima di sfoggiare fiere 5cm circa di stoffa. Anche qui, potete essere la terza sorella illegittima di Belèn, buon per voi, ma non sarete comunque carine se camminerete per la vostra città con un micro shorts di jeans magari anche strappato e a vita alta (sembrando così la reincarnazione di Donna di Beverly Hills 90210) indossando poi  ai piedi i vostri amati anfibi borchiati, credendo di darci sotto con il vostro lato rock. La domanda ci sorge spontanea: la calura voi ce l'avete solo sulle vostre coscette? Probabilmente sì. Da un lato l'esercito delle donne in shorts io le stimo, perché contro ogni complesso estetico che infligge noi femminucce, le vedi passeggiare fiere, felici e inconsapevoli avvolte "effetto sottovuoto" da questi pantaloncini, che  strabordano eccessi di ciccia varia e cellulite dove trovano un piccolo passaggio libero per poter trovare ristoro momentaneo. Dall'altro però sopraggiunge il disgusto, perché un pantaloncino più lungo, sa sopperire ugualmente al torrido clima estivo, mantenendosi nei canoni della decenza umana. Poi, in spiaggia, nel tratto "auto - spiaggia ; spiaggia -casa" v'è più tolleranza...Potete, se ne sentite la necessità,  dilettarvi col vostro outfit "hot summer", indossando, cortesemente, sandali o ciabattine. Evitate la cosidetta "ricotta ai piedi", a voi e a chi vi sta intorno e lasciate a casa il vostro animo rock, dato dai vostri  favolosi anfibi borchiati!
 
Ecco quindi svelato il secondo e terzo corollario: 1) se vuoi portare i sandali o le scarpe senza calze, soffri, ma non trovare mai disgustosi stratagemmi! 2) Se ami da impazzire gli shorts e sfrutti ogni occasione per indossarli, rifletti sulla tua età e sulla tua esigenza. Forse, tesoro, abbiamo un problema!
 
E' vero, la moda e le sue leggi non scritte a volte ci confondono e ci offuscano, invitandoci ad un vero e proprio "mix and match" che rasenta, se mal controllato, il ridicolo. La vera moda secondo me? Indossate quello che vi piace e che vi fa sentire a vostro agio; osate pure, senza mai eccessi. Volete scoprirvi? Un occhio alle proporzioni, un altro al contesto e uno, il più importante, all'insieme. Se vi sembrerà troppo, è perché è troppo. Allora limitate. La vostra bellezza, la vostra impronta ed il vostro stile, non si misurano nella quantità di corpo scoperto ed esposto, ma nella vostra armonia generale!
 
Citandovi Re Giorgio Armani: L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.



E se ancora non vi ha convinte questa denuncia sociale al cattivo gusto, se ancora volete osare incondizionatamente contro tutto e tutti, allora la FASHION SHOWER DI ANNA DELLO RUSSO, FA AL CASO VOSTRO!