martedì 27 maggio 2014
Che brutto affare, al discount dell'amore non conviene mai andare!
L'idolatria in generale, ma soprattutto quella rivolta dalle femminucce al genere maschile, non ha mai portato nulla di buono. E questo lo sappiamo bene ed è un tema che abbiamo affrontato già in diverse occasioni, come nel post " Sally, fall in love with your life!". Ma qui la questione è ancor più specificata. Il trash anni '80, ho imparato che sa regalare alcune pillole di saggezza spiccia dal valore inestimabile; se poi aggiungiamo che il testo in questione è stato scritto dal Caro Franco Califano, beh, la storia è molto lunga. E qual è la morale? I prodotti che si vendono bene, sul quale vengono riservate forti aspettative, nella maggior parte delle ipotesi sono delle vere e proprie fregature. Perciò diffidate dalla super vendite di un amore elargite da un super eroe o da una super eroina. Ci vuole tanto impegno e piccole cose per un buon affare e al discount dell'amore, non conviene mai andare!
Detto ciò non vi conviene che ascoltare Jo Chiarello!
Che brutto affare,
ti amavo di un amore nucleare
ed ascoltavo senza contestare
le palle che sapevi raccontare,
io ti consideravo un superman
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man,
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man.
Che brutto affare
aver sbagliato in pieno a valutare,
sei uno scoppiato da dimenticare,
pensavi fossi un'oca da spennare
piuttosto il pollo l'ho pelato io,
ci son caduta un po',
scemo
ma adesso il gioco lo comando io,
ci son caduta un po',
scemo
ma adesso il gioco lo comando io.
Che brutto affare,
non m'hai insegnato neanche a far l'amore,
capisco adesso che non ci sai fare,
parlavi bene e razzolavi male,
io ti consideravo un superman
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man
dedicata a tutti i brutti affari, passati, per mia fortuna, presenti e futuri!
ps. Un grazie speciale per aver conosciuto questa canzone, va al SecondoRubino tour e alla sua tappa di Roma del 15 maggio, nella quale c'è stata una bellissima esibizione di Jo Chiarello e Renzo Rubino!
venerdì 23 maggio 2014
Tizio e i social network, ossia come utilizzare a nostro favore il " SOCIAL POWER"
E' inutile negarlo: internet e i social network fanno parte della nostra vita, a tutto tondo. E la possono compensare e perché no, anche agevolare. Basta utilizzare il tutto con un po' di astuzia e senza mai esagerare. Ora, ammettiamolo, quanti e quante di noi, di fronte ad una nuova conoscenza, non hanno dato una sbirciatina alla finestra di Facebook? In buona o in cattiva fede, il web ci dà risposte, su chi sia o non sia una persona o quantomeno ci aiuta a capirne alcuni aspetti della personalità, in modo chiaro e veloce. Non è un caso se anche per cercare lavoro, le società utilizzino per l'analisi dei profili piattaforme social di vario genere!
E allora qualche giorno fa, riflettevo proprio su questo: come possiamo agevolare ancor di più i nostri incontri, sfruttando "il potere del social" senza diventarne vittime? Da qui è nato il caso di Tizio e le varie opzioni, che ho sintetizzato nell'immagine che vedete. Riassumendo, le opzioni intorno a Tizio sono queste:
- TIZIO TI PIACE E NON LO CONOSCI DI PERSONA, cioè sai chi è, l'hai visto qualche volta, ma stai cercando "l'occasione"
- TIZIO NON SOLO LO CONOSCI, MA CI STAI USCENDO E TI PIACE ASSAI
- TIZIO E' SU FACEBOOK
- TIZIO NON E' SU FACEBOOK
....Ma come andrà a finire poi con Tizio? Beh, lo "scopriremo solo vivendo"......perché, il Virtuale non potrà mai sostituire il Reale!
venerdì 16 maggio 2014
La "gatta moscia", la cugina "morta" e l' Amazzone incompresa
Oggi vi racconto una storia. La storia di chi ha lo sguardo sottilmente cattivo, la mente chiusa e le fattezze innocenti e slavate. La storia di quelle che non ho mai capito come fanno, ma restano sempre a galla, a dispetto di tutto e tutti.
In verità non è una storia, è un elenco di casistiche da denunciare, perché quelle come me, quelle che hanno un cantiere scombinato in testa grande come quello dell'Expo di Milano 24 ore su 24, ancora non hanno capito niente di niente, né di loro né di come va il mondo.
Non so se le gatte mosce, che sono le cugine carnali delle morte, hanno un loro codice segreto, un punto di ritrovo o un rito di iniziazione. Ma chi sono queste gatte mosce?
Nel gruppo non ti accorgi di loro, passano totalmente inosservate, con il loro aspetto da Madonna di Loreto 2.0; non hanno tratti particolari se non i loro outfit improbabili e dal lontano sapore primi anni '90. Eppure, sai con sicurezza che loro vincono. Come? Perché? Non troverai mai una gatta moscia sola, triste e single. La troverai tranquilla in un lavoro che le calza a pennello e ti saluterà porgendo una manina flebile e moscia, proprio come lei. Ci sarà sempre un maschio alfa al suo fianco, pronto a prendersi cura della piccola indifesa, che fiera porterà il suo trofeo in marcia sotto braccio, sfinendolo con lagne e con rimproveri perché possa essere sempre più bravo, corretto ed educato e perché indossi il pulloverino blu regalato con amore. E il malcapitato, che credeva di aver trovato un'apparente tranquillità in una ragazza da sposare, semplice ed innocente, si ritrova rinchiuso in una spirale senza uscita.
Ricorda, non troverai mai una gatta moscia in crisi d'identità o semplicemente turbata dal suo "non essere abbastanza forte per...". La gatta moscia, se non sa di qualcosa, è perché gli altri sono ignoranti, strani, stranieri, oppure cattivi, e concluderà il tutto con una risatina dolce o con un delicato ghigno. La gatta moscia, vorrebbe un mondo a sua misura, da poter governare con l'arte della sua flemma e della sua intelligenza, o presunta tale. Trova divertenti le persone " diverse da sé" fin quando queste restino abbastanza lontane, soprattutto dalle sue proprietà. Nel rispetto di una cultura cattolica fondamentalista, è caritatevole, con un coltello nascosto nella borsettina da tirar fuori per le meretrici che irretiranno il proprio fidanzato. Perché non ha un nome questo poveraccio del fidanzato. Ha un ruolo. Che deve svolgere. Che deve portare a termine, finchè morte o suicidio di parte non li separi. E che lui, nel 90% dei casi fa, pur se vacillante e con qualche cornino decorativo.
E noi invece siamo qui, a cercare di capire quello che c'è da capire, a combattere per la nostra identità, pronte a mettere in discussione tutto e tutti, pronte a metterci in gioco per una passione, per un idea, per un sogno. Noi, le amazzoni, le guerriere. Catapultate nella vita che affrontiamo di pancia e di petto e vinte poi da loro e dai loro docili sguardi. La gatta moscia, striscia silente, s' insidia e vince sempre. Un uomo è attratto dall'amazzone e poi sceglie la "micia moscia" o s'innamora di quella morta. Un grande mistero.
Che cosa fare? Io non lo so cosa possiamo fare noi, per vincere. Perché io le gatte, nelle loro molteplici sfumature, le ho sempre odiate e schifate, quindi, una soluzione a questo dilemma, non l'ho ancora trovata.
Ma se da Amazzone si perde però, allora non sarà arrivato il momento di riflettere sulla cosa giusta da fare? Quindi? Consigli? Beh, appurata l'esistenza di tale specie all'interno della vostra vita, potete fare solo una cosa: studiate il nemico, osservate ed appuntate con precisione. Perché in fondo, non ci pensate a quanta potenzialità potrebbe esserci in una Amazzone camuffata da felino?
lunedì 12 maggio 2014
Le amicizie dagli sconosciuti? Peggio delle caramelle!
Ve la ricordate la frase “ Non accettare caramelle
dagli sconosciuti?”, quella frase che ha terrorizzato migliaia di
generazioni, soprattutto femminili? Oggi, nel 2014 bisognerebbe aggiungere un
nuovo monito: “ NON ACCETTARE AMICIZIE DAGLI SCONOSCIUTI”. Io, che
latito in quel di Facebook da diversi anni, avevo sempre seguito questo
accorgimento. Poi, qualche giorno fa, sono stata indotta a tentazione e per
curiosità, ma soprattutto per capire come si svolge un approccio on line, l’ho
fatto. E spero che questo racconto possa portare altre persone ad evitare
categoricamente di dare corda a tipi come questo. Va ricordato che la categoria
“ sconosciuto” si distingue in due sottocategorie “ sconosciuto totale” o
“sconosciuto, ma con amici in comune”. La seconda categoria, potrebbe
determinare altro risvolto in quanto c’è da considerare il potere della
referenza dell’amico in comune. Il caso patologico che sto denunciando però,
riguarda lo sconosciuto totale.
Procederò
elencandovi dei punti precisi, per chiarire meglio l’attività nel suo
complesso; chiameremo poi per comodità il soggetto in questione, G. :
cosa fare in caso di richiesta di amicizia da
"sconosciuto totale"
- Verificare il rispetto dei canoni minimi di decenza umana ossia, se il soggetto in questione è di bell’aspetto o meno. Effettivamente G. rispettava i canoni , quindi aveva guadagnato quei 10 minuti di verifica virtuale, che consiste in una rapida verifica dell’attività social (informazioni base, foto, post pubblicati ed attività registrate).
- Verificare la modalità di azione della parte in causa, quindi il suo approccio. G., non ha tardato poi così tanto ad entrare in azione, lanciandosi in un neutro saluto.
- Studiare attentamente l’evoluzione della conversazione e la modalità con cui vengono impostate le domande
E qui arriva il
bello: perché G., che prima spavaldo si lancia in un “non ci conosciamo, ma ne
approfitto e mi presento” porta subito la conversazione su ciò che gli
interessa. La mia domanda, da finta incredula, inconsapevole dei suggerimenti
di Facebook “ ma se non ci conosciamo e non abbiamo amici in comune, come mi
hai trovata?” lo spinge alla risposta “ sei apparsa tra le possibili amicizie,
e da quello che posso vedere, non mi ha detto per niente male…”. Forse
poi ispiratosi dal mio “ah”, si lancia in uno sterile interrogatorio: “
quanti anni hai?” . La domanda, “quanti anni hai” seguita da una virgola e dal
mio nome, mi ha fatto rabbrividire. Voi direte: "ma è una semplice
domanda!.." Ma mettiamo che io fossi realmente incuriosita dalla tua
persona, G., con queste asettiche domande da approccio, senza un minimo di
ironia (a volte un emoticon, se ben utilizzato, ti può salvare la vita!)
ma quanta voglia mi puoi far venire di scriverti e di leggere? La mia età però, deve
avergli creato dei veri e propri scompensi e forse già si stava sfregando le
mani per il bottino che credeva aver trovato. Perché questi miei 27 anni
l’hanno messo proprio in confusione a G. .... Pensa se fossi stata
minorenne! Al mio "E tu?" risponde con almeno 4 periodi per evitare
di dire la verità, che culminano nella frase " dimmi quanti anni di
differenza per te potrebbero essere troppi"......
Signori, anzi,
signor G. : ma che cos'è, una vendita al mercato? "E' troppo un chilo
di pomodori, ne levo un po' altrimenti gli viene troppo, che dice?"
Puoi trovarla così una che ti dà retta, oppure conti sulla quantità nella
speranza che in un rapporto 10 a 1, magari una ci casca e te la da'? Suvvia
e poi.. Alla tua età!
Il dramma di G.
consisteva nella sua appartenenza al club degli "anta" che
probabilmente poteva nuocere al tentativo di socializzare, se di
socializzazione si può parlare. E così, svelato il nocciolo della questione con
un mio " Non ci sono filtri ahimè su Facebok per poter catalogare una
banale conoscenza" , G. incalza, procedendo nel suo interrogatorio,
con la domanda " di che zona sei".
Quando la tristezza e lo squallore stava per inondare pure me, mi sono
fermata, perché le opzioni potevano essere due: o vedere quanto poteva
dilungarsi o insultare e denigrare il soggetto fino alla fine. Ma ucciditi con
le tue mani, G., e resta in questo cyber spazio, se t'aggrada!
Il mattino
seguente, mi dedico però a capire più nel dettaglio quali indizi possano aver
suggerito la mia amicizia al triste G. e nella ricerca, accedo alla sezione
"persone che potresti conoscere" su Facebook. Scopro così con molta gioia che grazie al triste G., la mia sezione era magicamente sommersa da una
serie di pseudo femmine che avevano come comune denominatore l'essere
completamente nude sulle loro foto del profilo, in pose che nulla lasciavano
all'immaginazione. In altre parole, via Salaria si era materializzata su Facebook. E cosa avevamo in comune io e queste gentil donzelle? G.,
chiaramente, che è stato nell'immediato rimosso e bloccato da ogni informazione
che potesse ancora ricondurlo a me.
Perciò, triste
G., ragiona: se ti piacciono le femmine, puoi fare una di queste cose, o tutte
: a) trova un modo più cordiale e simpatico per il tuo approccio; b) la
statistica o la sorte, senza ingegno, non vale sempre per trovare una che te la
dà; c) ma se oramai nel pieno degli ANTA stai così, non ti viene in mente che
qualcosa non va? d) se proprio DEVI, almeno fallo con classe!
Forse per G. le
statistiche non valgono, ma per noi sì. La regola è: l'amicizia da uno
sconosciuto, Mai. Perché se non è un fake, allora è solo e solamente una persona tanto
triste e depravata!
domenica 4 maggio 2014
Petit Essai: capsule collection papillon , ovvero "oltre le regole, nessuna regola"
Oggi, nel progetto di condivisione oramai noto di Caramelle&Paturnie, vorrei farvi conoscere un nuovo "talento", che rimanda al tema " Collaborazione, Amore e Fantasia". Oggi, parliamo un po' di Petit Essai, un esperimento artistico che ho visto nascere e svilupparsi, al quale sono particolamente legata. Anche se all'interno del microcosmo Petit Essai potrete trovare creazioni come orecchini, collane, bracciali e t-shirt, nate dalla combinazione di ricami dal sapore romantico a catene e borchie, io ho amato sin dal primo momento la capsule collection dedicata ai papillon.
Inizialmente nata per il popolo maschile, la collezione, che come le migliori opere "hand made" non conosce duplicati o produzioni in serie, ha riscosso molto successo anche tra le ragazze. Perchè indossare un papillon come questo, rende più sfizioso e particolare qualsiasi look, sia maschile che femminile. Chiariamoci, se avete in mente il papillon da smoking, siete sulla strada sbagliata! Qui troverete combinazioni insuali di materiali mixati tra loro. Sarà normale dunque trovare associata al cachemire della plastica, borchie e perchè no...anche parte di un centimetro da sarta! La regola è "nessuna regola", perchè il concetto del papillon, viene destrutturato e concepito come un accessorio non d'occasione, ma di quotidianità. Per le ragazze poi, è disponibile una variante al modello maggiormente adattabile ad un collo femminile, che può sostituire una normale collana, arrichendo, perchè no, una semplice maglia di cotone per regalarle originalità.
Il merito del successo della creazione, va interamente alla folle creatività della "madre" del progetto che, abile della sua esperienza sartoriale, ha saputo reinterpretare un classico dell'abbigliamento maschile; lei è Alessandra, che, in quanto poi compagna di "paturnie", detiene un posto particolare all'interno del mio cuore.
Le foto che vedete, sono solo alcuni dei modelli creati, ma per sapere di più su Petit Essai, potete visitare la pagina Facebook ufficiale Petit Essai, oppure per ogni altro tipo di informazione, per conoscere altre creazioni o per acquistarle....
chiedete e Vi sarà detto!
chiedete e Vi sarà detto!
venerdì 2 maggio 2014
il tuo cammino, un passo e un nuovo viaggio
Un giorno improvvisamente ti
alzi, riprendi tutte le tue cose
sparse qua e là a terra e cominci a camminare. Non sai dove andrai, che cosa
accadrà domani. Intanto pensi a quello che sta accadendo oggi, e a cosa puoi
fare ogni istante per rendere questo giorno migliore. No, non hai visto la
luce, tutt’altro: ogni passo è più importante e faticoso del precedente. E’
come quando dovevi imparare ad andare in
bicicletta, a stare sui tacchi in modo naturale, oppure a guidare senza che le
tue mani grondassero sul volante per l’ansia. I passi sono più che altro stasi.
E’ un movimento da ferma. Ogni volta che impedisci coscientemente a te stessa
di compiere un’azione autodistruttiva o semplicemente inutile ed anziché agire con
la forza della pancia, resti ferma, hai fatto un passo verso te stessa. Il
futuro è solo una parola, perché non puoi controllare l’evolversi degli eventi,
ma puoi adattarti ad essi, rendendoli più inclini e favorevoli. Non puoi
cambiare cose e persone che non vogliono cambiare, ma puoi scegliere chi e cosa
vuoi accanto a te, per camminare meglio.
E della tua ansia, di quei moti impetuosi che ti spezzano il
respiro e ti gelano il petto, non so più che farmene. Hai delle grandi
responsabilità, non verso le aspettative degli altri o verso ciò che la società
ti impone come giusto. Ma verso te stessa e verso il tuo percorso. Perché puoi
cadere, ma devi saper rialzarti ancora ed ancora, ed hai bisogno di gambe forti e allenate. Non puoi attendere le mani tese che poi richiedono
sempre qualcosa in cambio; le mani degli altri non sempre hanno una buona
presa; non puoi fidarti di una mano vacillante o subdola. Non puoi determinare
eventi che non dipendono da te. Ma puoi controllare ciò che dipende da te, che sei Tu.
Sei preoccupata? Naturale, ma poi ti domandi: “di cosa?” E le
preoccupazioni, sono solo calcoli di probabilità su eventi che neppure si sono avverati. E i calcoli, non sono mai stati il tuo forte. Allora,
dimentica questa parola, preoccupazione,
e continua a camminare, esplorando il terreno prima con un piede, poi con un
altro, giorno dopo giorno, dopo giorno........
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