sabato 16 agosto 2014

Cari Amici,


Vi scrivo per informarvi che Caramelle&Paturnie prosegue il progetto di condivisione sulla piattaforma wordpress al seguente indirizzo:


www.caramelleepaturnie.wordpress.com



Restano però invariati i contatti Facebook, Twitter, Google+, Pinterest ed Instagram dove potrete sempre seguirmi!


Ci vediamo presto, con tante idee e tante #paturnie da condividere!!!

mercoledì 11 giugno 2014

Pensieri di ordinarie paturnie - " L'Abito Sbagliato"



Molte volte capita di combattere delle vere e proprie battaglie interiori tra ciò che siamo e ciò che ci convinciamo di essere; può accadere perché siamo vinti dalla società, da idealizzazioni percepite o subite o semplicemente perché crediamo che dare spazio a quel  singolo pezzettino, possa bastare per completarci e per stare bene. Ma non sempre la parte rappresenta il tutto, almeno quando si tratta di noi.  "L' Abito Sbagliato", il breve racconto che vi riporto di seguito è metafora di questo, della mancata e ritrovata armonia tra tutte quelle mille sfaccettature che siamo.


L' Abito Sbagliato

Da sempre indossava un vestito sbagliato, adattato nel corso degli anni. L'aveva modificato quando cresceva, anno dopo anno e l'aveva così reso perfetto, in superficie. Aveva abbigliato la sua persona nel modo più perfetto che poteva, rendendola a suo agio nel ruolo che aveva deciso a tavolino di interpretare. Così acquisiva credibilità e nello stesso tempo perdeva se stessa, facendo spazio ad un'altra lei che a fatica riconosceva. Lei, quella vera, che viveva al di sotto, tirava sempre più gli orli del vestito, come un bambino per richiamare l'attenzione della madre poco attenta. Seduta giù nel profondo, raccoglieva le briciole che le restavano di qualche emozione, di qualche attimo vero rubato qua e là nel mezzo di quell'assordante caos emozionale. Per ogni volta in cui l'attrice perdeva, la piccola essenza acquisiva spazi, momenti preziosi nei quali richiamava nuovamente l'attenzione, tirando con forza quei lembi del vestito e lacerandone qualche pezzetto in più. Un giorno, il vestito ridotto a brandelli si ruppe definitivamente, lasciandola nuda e sola a rimirare il suo corpo, guardandosi per la prima volta. Scoprì i suoi occhi, imparò a guardarsi e riconobbe quella sua se stessa sopita, che cominciò ad alzarsi, dapprima vacillante e poi sempre più forte. Non indossò vestiti né protezioni. Le armi erano oramai deposte e la guerra finita.
Ricongiunte, le due essenze si presero per mano e cominciarono a conoscersi. Le parole dell'una stupivano l'altra, in un gioco di equilibri nuovo, ma dal suono dolcemente primitivo. La magia ebbe così inizio.
Nessuna sapeva dove l'altra l'avrebbe portata, cosa potesse riservare loro il futuro.

C'erano. Ed era la consapevolezza di essere, il loro più grande traguardo.


"L'Abito Sbagliato" rappresenta il primo esperimento di micro racconti dell'antologia " pensieri di ordinarie paturnie", che affiancherà gli altri post all'interno del blog.

martedì 3 giugno 2014

Teorema dell'indecenza: consigli utili su come evitare drammi da "hot summer"



L'estate si avvicina  timidamente ed è tempo dei primi calori, che si sentono e soprattutto per nostra triste sfortuna, si vedono.
Il trimestre che va da maggio a luglio infatti, gode della creatività in termini di abbigliamento delle persone, soprattutto di noi fanciulle. Non c'è età e classe sociale che possa ritenersi esclusa. Tutti, almeno una volta, nell'assistere a certi delicati abbinamenti, siamo stati costretti ad esclamare " Oddio, ma cosa ti sei messa addosso?! E soprattutto, Perché?" Molte sono le cause, ma le tre principali, credo siano queste:
 
- il cattivo gusto, al quale v'è poco rimedio
- la parziale o totale calura percepita, che forse inibisce parte dei neuroni di cui si dispone
- una mala interpretazione dei trend del momento
 
 
Passiamo in rassegna le varie casistiche con alcuni esempi pratici: è maggio, l'aria si riscalda e la donna, qualunque età abbia o dimostri, cade in un uso indecente del leggins. Perché usiamo il leggins? Perché è pratico, fresco, informale e perché ti può risolvere tante situazioni, laddove per situazioni intendiamo la risoluzione del padre dei quesiti femminili "E adesso? Che mi metto?". E fin qui, nulla da eccepire. Ma il leggins, a meno che non stiate per andare a correre, a meno che non stiate sfruttando il vostro abbonamento in palestra, NON è un pantalone e NON LO SARA' MAI. Quindi, anche se fa caldo, anche se vi piace tanto, non potete mettere un leggins senza una maglia che copri abbondantemente il vostro lato B. E appena dimenticate questo accorgimento, sappiate che l'indecenza vi tiene già per mano. Potete avere un favoloso, marmoreo, lato B, non importa. Non siete carine. Perché i leggins, soprattutto alcuni, sono l'equivalente di una calza  80 denari, quindi, poco lasciano all'immaginazione e tanto invece concedono alla volgarità, come l'elastico che taglia letteralmente il vostro lato b (effetto Bon Roll Aia) , oppure la visione chiara di alcuni inestetismi o scarse tonicità, che in altro modo, non verrebbero neppure prese in considerazione. E non fatevi imbambolare dalle più strambe fantasie proposte o dai tessuti miracolosi " leggins push up, leggins snellenti etc etc": se non potete tirare su  ciò che cede su di voi con la fatica e la costanza di tanto esercizio, non ce la farete mai con delle guaine elastiche!
Perciò, ne segue il corollario: " LEGGINS SI', MA CON  DOVUTA MODERAZIONE, DECENZA E GUSTO E MAI COME DEGNI SOSTITUTI DI UN PANTALONE!"
 
Non possiamo non ricordare citando maggio altri piccoli scempi visivi cui siamo vittime: le calze color carne gialle o marroni, le calze a rete effetto trancio di vitella ripieno, i fantasmini per ballerine di pizzo color carne o neri contro le vesciche (soffrite, ma non fatelo!), studiati appositamente per uscire dal bordo dei vostri dolci piedini, i sandali con le calze, nelle duplici varianti: gialle carne cinese  o nere purchè con cuciture evidenti.
La moda, richiede audacia e anche un po' di sacrificio e dolore. Se volete portare i sandali, fatelo, ma con i piedi curati e senza calze. Se sentite proprio questa necessità delle calze color carne, un consiglio: Philippe Matignon 8 denari, nude. Colorito naturale ed uniforme, in più, dimenticherete completamente di avere delle calze! 
 
Possiamo così arrivare al bimestre successivo, scandito da un solo, unico ed incontrastato protagonista: LO SHORTS.
Ragazze, fanciulle, donne: riflettete bene prima di farlo. Pensateci prima di sfoggiare fiere 5cm circa di stoffa. Anche qui, potete essere la terza sorella illegittima di Belèn, buon per voi, ma non sarete comunque carine se camminerete per la vostra città con un micro shorts di jeans magari anche strappato e a vita alta (sembrando così la reincarnazione di Donna di Beverly Hills 90210) indossando poi  ai piedi i vostri amati anfibi borchiati, credendo di darci sotto con il vostro lato rock. La domanda ci sorge spontanea: la calura voi ce l'avete solo sulle vostre coscette? Probabilmente sì. Da un lato l'esercito delle donne in shorts io le stimo, perché contro ogni complesso estetico che infligge noi femminucce, le vedi passeggiare fiere, felici e inconsapevoli avvolte "effetto sottovuoto" da questi pantaloncini, che  strabordano eccessi di ciccia varia e cellulite dove trovano un piccolo passaggio libero per poter trovare ristoro momentaneo. Dall'altro però sopraggiunge il disgusto, perché un pantaloncino più lungo, sa sopperire ugualmente al torrido clima estivo, mantenendosi nei canoni della decenza umana. Poi, in spiaggia, nel tratto "auto - spiaggia ; spiaggia -casa" v'è più tolleranza...Potete, se ne sentite la necessità,  dilettarvi col vostro outfit "hot summer", indossando, cortesemente, sandali o ciabattine. Evitate la cosidetta "ricotta ai piedi", a voi e a chi vi sta intorno e lasciate a casa il vostro animo rock, dato dai vostri  favolosi anfibi borchiati!
 
Ecco quindi svelato il secondo e terzo corollario: 1) se vuoi portare i sandali o le scarpe senza calze, soffri, ma non trovare mai disgustosi stratagemmi! 2) Se ami da impazzire gli shorts e sfrutti ogni occasione per indossarli, rifletti sulla tua età e sulla tua esigenza. Forse, tesoro, abbiamo un problema!
 
E' vero, la moda e le sue leggi non scritte a volte ci confondono e ci offuscano, invitandoci ad un vero e proprio "mix and match" che rasenta, se mal controllato, il ridicolo. La vera moda secondo me? Indossate quello che vi piace e che vi fa sentire a vostro agio; osate pure, senza mai eccessi. Volete scoprirvi? Un occhio alle proporzioni, un altro al contesto e uno, il più importante, all'insieme. Se vi sembrerà troppo, è perché è troppo. Allora limitate. La vostra bellezza, la vostra impronta ed il vostro stile, non si misurano nella quantità di corpo scoperto ed esposto, ma nella vostra armonia generale!
 
Citandovi Re Giorgio Armani: L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.



E se ancora non vi ha convinte questa denuncia sociale al cattivo gusto, se ancora volete osare incondizionatamente contro tutto e tutti, allora la FASHION SHOWER DI ANNA DELLO RUSSO, FA AL CASO VOSTRO!

 
 


 


martedì 27 maggio 2014

Che brutto affare, al discount dell'amore non conviene mai andare!


L'idolatria in generale, ma soprattutto quella rivolta dalle femminucce al genere maschile, non ha mai portato nulla di buono. E questo lo sappiamo bene ed è un tema che abbiamo affrontato già in diverse occasioni, come nel post " Sally, fall in love with your life!". Ma qui la questione è ancor più specificata. Il trash anni '80, ho imparato che sa regalare alcune pillole di saggezza spiccia dal valore inestimabile; se poi aggiungiamo che il testo in questione è stato scritto dal Caro Franco Califano, beh, la storia è molto lunga.  E qual è la morale? I prodotti che si vendono bene, sul quale vengono riservate forti aspettative, nella maggior parte delle ipotesi sono delle vere e proprie fregature. Perciò diffidate dalla super vendite di un amore  elargite da un super eroe o da una super eroina. Ci vuole tanto impegno e piccole cose per  un buon affare e al discount dell'amore, non conviene mai andare!

Detto ciò non vi conviene che ascoltare Jo Chiarello!



Che brutto affare,
ti amavo di un amore nucleare
ed ascoltavo senza contestare
le palle che sapevi raccontare,
io ti consideravo un superman
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man,
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man.
Che brutto affare
aver sbagliato in pieno a valutare,
sei uno scoppiato da dimenticare,
pensavi fossi un'oca da spennare
piuttosto il pollo l'ho pelato io,
ci son caduta un po',
scemo
ma adesso il gioco lo comando io,
ci son caduta un po',
scemo
ma adesso il gioco lo comando io.
Che brutto affare,
non m'hai insegnato neanche a far l'amore,
capisco adesso che non ci sai fare,
parlavi bene e razzolavi male,
io ti consideravo un superman
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man




dedicata a tutti i brutti affari, passati, per mia  fortuna, presenti e futuri!




ps. Un grazie speciale per aver conosciuto questa canzone, va al SecondoRubino tour e alla sua tappa di Roma del 15 maggio, nella quale c'è stata una bellissima esibizione di Jo Chiarello e Renzo Rubino!



venerdì 23 maggio 2014

Tizio e i social network, ossia come utilizzare a nostro favore il " SOCIAL POWER"



E' inutile negarlo: internet e i social network fanno parte della nostra vita, a tutto tondo. E la possono compensare e perché no, anche  agevolare. Basta utilizzare il tutto con un po' di astuzia e senza mai esagerare. Ora, ammettiamolo, quanti e quante di noi, di fronte ad una nuova conoscenza, non hanno dato una sbirciatina alla finestra di Facebook? In buona o in cattiva fede, il web ci dà risposte, su chi sia o non sia una persona o quantomeno ci aiuta a capirne alcuni aspetti della personalità, in modo chiaro e veloce. Non è un caso se anche per cercare lavoro, le società utilizzino per l'analisi dei profili piattaforme social di vario genere!
E allora qualche giorno fa, riflettevo proprio su questo: come possiamo agevolare ancor di più i nostri incontri, sfruttando "il potere del social" senza diventarne vittime? Da qui è nato il caso di Tizio e le varie opzioni, che ho sintetizzato nell'immagine che vedete. Riassumendo, le opzioni intorno a Tizio sono queste:

-  TIZIO TI PIACE E NON LO CONOSCI DI PERSONA, cioè sai chi è, l'hai visto qualche volta, ma stai cercando "l'occasione"
-  TIZIO NON SOLO LO CONOSCI, MA CI STAI USCENDO E TI PIACE ASSAI
- TIZIO E' SU FACEBOOK
- TIZIO NON E' SU FACEBOOK

....Ma come andrà a finire poi con Tizio? Beh, lo "scopriremo solo vivendo"......perché, il Virtuale non potrà mai sostituire il Reale!







venerdì 16 maggio 2014

La "gatta moscia", la cugina "morta" e l' Amazzone incompresa



Oggi vi racconto una storia. La storia di chi ha lo sguardo sottilmente cattivo, la mente chiusa e le fattezze innocenti e slavate. La storia di quelle che non ho mai capito come fanno, ma restano sempre a galla, a dispetto di tutto e tutti.
In verità non è una storia, è un elenco di casistiche da denunciare, perché quelle come me, quelle che hanno un cantiere scombinato in testa  grande come quello dell'Expo di Milano 24 ore su 24, ancora non hanno capito niente di niente, né di loro né di come va il mondo.
Non so se le gatte mosce, che sono le cugine carnali delle morte, hanno un loro codice segreto, un punto di ritrovo o un rito di iniziazione. Ma chi sono queste gatte mosce?
Nel gruppo non ti accorgi di loro, passano totalmente inosservate, con il loro aspetto da Madonna di Loreto 2.0; non hanno tratti particolari se non i loro outfit improbabili e dal lontano sapore primi anni '90. Eppure, sai con sicurezza che loro vincono. Come? Perché? Non troverai mai una gatta moscia sola, triste e single. La troverai tranquilla in un lavoro che le calza a pennello e  ti saluterà porgendo una manina flebile e moscia, proprio come lei. Ci sarà sempre un maschio alfa al suo fianco, pronto a prendersi cura della piccola indifesa, che fiera porterà il suo trofeo in marcia sotto braccio, sfinendolo con lagne e con rimproveri perché possa essere sempre più bravo, corretto ed educato e perché indossi il pulloverino blu regalato con amore. E il malcapitato, che credeva di aver trovato un'apparente tranquillità in una ragazza da sposare, semplice ed innocente, si ritrova rinchiuso in una spirale senza uscita.
Ricorda, non troverai mai una gatta moscia in crisi d'identità o semplicemente turbata dal suo "non essere abbastanza forte per...". La gatta moscia, se non sa di qualcosa, è perché gli altri sono ignoranti, strani,  stranieri, oppure cattivi, e concluderà il tutto con una risatina dolce o con un delicato ghigno. La gatta moscia, vorrebbe un mondo a sua misura, da poter governare con l'arte della sua flemma e della sua intelligenza, o presunta tale. Trova divertenti le persone " diverse da sé" fin quando queste restino abbastanza lontane, soprattutto dalle sue proprietà. Nel rispetto di una cultura cattolica fondamentalista, è caritatevole, con un coltello  nascosto nella borsettina da tirar fuori per le meretrici che irretiranno il proprio fidanzato. Perché non ha un nome questo poveraccio del fidanzato. Ha un ruolo. Che deve svolgere. Che deve portare a termine, finchè morte o suicidio di parte non li separi. E che lui, nel 90% dei casi fa, pur se vacillante e con qualche cornino decorativo.

E noi invece siamo qui, a cercare di capire quello che c'è da capire, a combattere per la nostra identità, pronte a mettere in discussione tutto e tutti, pronte a metterci in gioco per una passione, per un idea, per un sogno. Noi, le amazzoni, le guerriere. Catapultate nella vita che affrontiamo di pancia e di petto e vinte poi da loro e dai loro docili sguardi. La gatta moscia, striscia silente, s' insidia e vince sempre. Un uomo è attratto dall'amazzone e poi sceglie la "micia moscia" o s'innamora di quella morta. Un grande mistero.
Che cosa fare? Io non lo so cosa possiamo fare noi, per vincere. Perché io le gatte, nelle loro molteplici sfumature, le ho sempre odiate e schifate, quindi, una soluzione a questo dilemma, non l'ho ancora trovata.
Ma se da Amazzone si perde però, allora non sarà  arrivato il momento di riflettere sulla cosa giusta da fare? Quindi? Consigli? Beh, appurata l'esistenza di tale specie all'interno della vostra vita, potete fare solo una cosa: studiate il nemico, osservate ed appuntate con precisione. Perché  in fondo, non ci pensate a quanta potenzialità potrebbe esserci in  una Amazzone camuffata da felino?








lunedì 12 maggio 2014

Le amicizie dagli sconosciuti? Peggio delle caramelle!

Ve la ricordate la frase “ Non accettare caramelle dagli sconosciuti?”,  quella frase che ha terrorizzato migliaia di generazioni, soprattutto femminili? Oggi, nel 2014 bisognerebbe aggiungere un nuovo monito: “ NON ACCETTARE AMICIZIE DAGLI SCONOSCIUTI”.  Io, che latito in quel di Facebook da diversi anni, avevo sempre seguito questo accorgimento. Poi, qualche giorno fa, sono stata indotta a tentazione e per curiosità, ma soprattutto per capire come si svolge un approccio on line, l’ho fatto. E spero che questo racconto possa portare altre persone ad evitare categoricamente di dare corda a tipi come questo. Va ricordato che la categoria “ sconosciuto” si distingue in due sottocategorie “ sconosciuto totale” o “sconosciuto, ma con amici in comune”. La seconda categoria, potrebbe determinare altro risvolto  in quanto c’è da considerare il potere della referenza dell’amico in comune. Il caso patologico che sto denunciando però, riguarda lo sconosciuto totale.
Procederò elencandovi dei punti precisi, per chiarire meglio l’attività nel suo complesso; chiameremo poi  per comodità il soggetto in questione, G. :
 
cosa fare in caso di richiesta di amicizia da "sconosciuto totale"
  1.            Verificare il rispetto dei canoni minimi di decenza umana ossia, se il soggetto in questione è di bell’aspetto o meno.  Effettivamente G. rispettava i canoni , quindi aveva guadagnato quei  10 minuti di verifica virtuale, che consiste in una rapida verifica dell’attività social (informazioni base, foto, post pubblicati ed attività registrate).
  2.  Verificare la modalità di azione della parte in causa, quindi il suo approccio. G., non ha tardato poi così tanto ad entrare in azione, lanciandosi in un neutro saluto. 
  3. Studiare attentamente l’evoluzione della conversazione e la modalità con cui vengono   impostate le domande   
 
 
E qui arriva il bello: perché G., che prima spavaldo si lancia in un “non ci conosciamo, ma ne approfitto e mi presento” porta subito la conversazione su ciò che gli interessa. La mia domanda, da finta incredula, inconsapevole dei suggerimenti di Facebook “ ma se non ci conosciamo e non abbiamo amici in comune, come mi hai trovata?” lo spinge alla risposta “ sei apparsa tra le possibili amicizie, e da quello che posso vedere, non mi ha detto per niente male…”.  Forse poi ispiratosi dal mio “ah”, si lancia in uno sterile interrogatorio: “ quanti anni hai?” . La domanda, “quanti anni hai” seguita da una virgola e dal mio nome, mi ha fatto rabbrividire. Voi direte: "ma è una semplice domanda!.." Ma mettiamo che io fossi realmente incuriosita dalla tua persona, G., con queste asettiche domande da approccio, senza un minimo di ironia (a volte un emoticon, se ben utilizzato, ti può salvare la vita!)  ma quanta voglia mi puoi far venire di scriverti e di leggere? La mia età però, deve avergli creato dei veri e propri scompensi e forse già si stava sfregando le mani per il bottino che credeva aver trovato. Perché questi miei 27 anni l’hanno messo proprio in confusione a G. .... Pensa se fossi stata minorenne! Al mio "E tu?" risponde con almeno 4 periodi per evitare di dire la verità, che culminano nella frase " dimmi quanti anni di differenza per te potrebbero essere troppi"......
Signori, anzi, signor G. : ma che cos'è, una vendita al mercato? "E' troppo un chilo di pomodori, ne levo un po' altrimenti gli viene troppo, che dice?" Puoi trovarla così una che ti dà retta, oppure conti sulla quantità nella speranza che in un rapporto 10 a 1, magari una ci casca e te la da'? Suvvia e poi.. Alla tua età!
Il dramma di G. consisteva nella sua appartenenza al club degli "anta" che probabilmente poteva nuocere al tentativo di socializzare, se di socializzazione si può parlare. E così, svelato il nocciolo della questione con un mio " Non ci sono filtri ahimè su Facebok per poter catalogare una banale conoscenza" , G. incalza, procedendo nel suo interrogatorio, con la domanda " di che zona sei".
Quando la tristezza e lo squallore stava per inondare pure me,  mi sono fermata, perché le opzioni potevano essere due: o vedere quanto poteva dilungarsi o insultare e denigrare il soggetto fino alla fine. Ma ucciditi con le tue mani, G., e resta in questo cyber spazio, se t'aggrada!
Il mattino seguente, mi dedico però a capire più nel dettaglio  quali indizi possano aver suggerito la mia amicizia al triste G.  e nella ricerca, accedo alla sezione "persone che potresti conoscere" su Facebook.  Scopro così con molta gioia che  grazie al triste G., la mia sezione era magicamente sommersa da una serie di pseudo femmine che avevano come comune denominatore l'essere completamente nude sulle loro foto del profilo, in pose che nulla lasciavano all'immaginazione. In altre parole, via Salaria si era materializzata su Facebook.  E cosa avevamo in comune io e queste gentil donzelle? G., chiaramente, che è stato nell'immediato rimosso e bloccato da ogni informazione che potesse ancora ricondurlo a me.
Perciò, triste G., ragiona: se ti piacciono le femmine, puoi fare una di queste cose, o tutte : a) trova un modo più cordiale e simpatico per il tuo approccio; b) la statistica o la sorte, senza ingegno, non vale sempre per trovare una che  te la dà; c) ma se oramai nel pieno degli ANTA stai così, non ti viene in mente che qualcosa non va? d) se proprio DEVI, almeno fallo con classe!
 
Forse per G. le statistiche non valgono, ma per noi sì. La regola è:  l'amicizia da uno sconosciuto, Mai. Perché se non è un fake, allora è solo e solamente una persona tanto triste e depravata!