sabato 16 agosto 2014

Cari Amici,


Vi scrivo per informarvi che Caramelle&Paturnie prosegue il progetto di condivisione sulla piattaforma wordpress al seguente indirizzo:


www.caramelleepaturnie.wordpress.com



Restano però invariati i contatti Facebook, Twitter, Google+, Pinterest ed Instagram dove potrete sempre seguirmi!


Ci vediamo presto, con tante idee e tante #paturnie da condividere!!!

mercoledì 11 giugno 2014

Pensieri di ordinarie paturnie - " L'Abito Sbagliato"



Molte volte capita di combattere delle vere e proprie battaglie interiori tra ciò che siamo e ciò che ci convinciamo di essere; può accadere perché siamo vinti dalla società, da idealizzazioni percepite o subite o semplicemente perché crediamo che dare spazio a quel  singolo pezzettino, possa bastare per completarci e per stare bene. Ma non sempre la parte rappresenta il tutto, almeno quando si tratta di noi.  "L' Abito Sbagliato", il breve racconto che vi riporto di seguito è metafora di questo, della mancata e ritrovata armonia tra tutte quelle mille sfaccettature che siamo.


L' Abito Sbagliato

Da sempre indossava un vestito sbagliato, adattato nel corso degli anni. L'aveva modificato quando cresceva, anno dopo anno e l'aveva così reso perfetto, in superficie. Aveva abbigliato la sua persona nel modo più perfetto che poteva, rendendola a suo agio nel ruolo che aveva deciso a tavolino di interpretare. Così acquisiva credibilità e nello stesso tempo perdeva se stessa, facendo spazio ad un'altra lei che a fatica riconosceva. Lei, quella vera, che viveva al di sotto, tirava sempre più gli orli del vestito, come un bambino per richiamare l'attenzione della madre poco attenta. Seduta giù nel profondo, raccoglieva le briciole che le restavano di qualche emozione, di qualche attimo vero rubato qua e là nel mezzo di quell'assordante caos emozionale. Per ogni volta in cui l'attrice perdeva, la piccola essenza acquisiva spazi, momenti preziosi nei quali richiamava nuovamente l'attenzione, tirando con forza quei lembi del vestito e lacerandone qualche pezzetto in più. Un giorno, il vestito ridotto a brandelli si ruppe definitivamente, lasciandola nuda e sola a rimirare il suo corpo, guardandosi per la prima volta. Scoprì i suoi occhi, imparò a guardarsi e riconobbe quella sua se stessa sopita, che cominciò ad alzarsi, dapprima vacillante e poi sempre più forte. Non indossò vestiti né protezioni. Le armi erano oramai deposte e la guerra finita.
Ricongiunte, le due essenze si presero per mano e cominciarono a conoscersi. Le parole dell'una stupivano l'altra, in un gioco di equilibri nuovo, ma dal suono dolcemente primitivo. La magia ebbe così inizio.
Nessuna sapeva dove l'altra l'avrebbe portata, cosa potesse riservare loro il futuro.

C'erano. Ed era la consapevolezza di essere, il loro più grande traguardo.


"L'Abito Sbagliato" rappresenta il primo esperimento di micro racconti dell'antologia " pensieri di ordinarie paturnie", che affiancherà gli altri post all'interno del blog.

martedì 3 giugno 2014

Teorema dell'indecenza: consigli utili su come evitare drammi da "hot summer"



L'estate si avvicina  timidamente ed è tempo dei primi calori, che si sentono e soprattutto per nostra triste sfortuna, si vedono.
Il trimestre che va da maggio a luglio infatti, gode della creatività in termini di abbigliamento delle persone, soprattutto di noi fanciulle. Non c'è età e classe sociale che possa ritenersi esclusa. Tutti, almeno una volta, nell'assistere a certi delicati abbinamenti, siamo stati costretti ad esclamare " Oddio, ma cosa ti sei messa addosso?! E soprattutto, Perché?" Molte sono le cause, ma le tre principali, credo siano queste:
 
- il cattivo gusto, al quale v'è poco rimedio
- la parziale o totale calura percepita, che forse inibisce parte dei neuroni di cui si dispone
- una mala interpretazione dei trend del momento
 
 
Passiamo in rassegna le varie casistiche con alcuni esempi pratici: è maggio, l'aria si riscalda e la donna, qualunque età abbia o dimostri, cade in un uso indecente del leggins. Perché usiamo il leggins? Perché è pratico, fresco, informale e perché ti può risolvere tante situazioni, laddove per situazioni intendiamo la risoluzione del padre dei quesiti femminili "E adesso? Che mi metto?". E fin qui, nulla da eccepire. Ma il leggins, a meno che non stiate per andare a correre, a meno che non stiate sfruttando il vostro abbonamento in palestra, NON è un pantalone e NON LO SARA' MAI. Quindi, anche se fa caldo, anche se vi piace tanto, non potete mettere un leggins senza una maglia che copri abbondantemente il vostro lato B. E appena dimenticate questo accorgimento, sappiate che l'indecenza vi tiene già per mano. Potete avere un favoloso, marmoreo, lato B, non importa. Non siete carine. Perché i leggins, soprattutto alcuni, sono l'equivalente di una calza  80 denari, quindi, poco lasciano all'immaginazione e tanto invece concedono alla volgarità, come l'elastico che taglia letteralmente il vostro lato b (effetto Bon Roll Aia) , oppure la visione chiara di alcuni inestetismi o scarse tonicità, che in altro modo, non verrebbero neppure prese in considerazione. E non fatevi imbambolare dalle più strambe fantasie proposte o dai tessuti miracolosi " leggins push up, leggins snellenti etc etc": se non potete tirare su  ciò che cede su di voi con la fatica e la costanza di tanto esercizio, non ce la farete mai con delle guaine elastiche!
Perciò, ne segue il corollario: " LEGGINS SI', MA CON  DOVUTA MODERAZIONE, DECENZA E GUSTO E MAI COME DEGNI SOSTITUTI DI UN PANTALONE!"
 
Non possiamo non ricordare citando maggio altri piccoli scempi visivi cui siamo vittime: le calze color carne gialle o marroni, le calze a rete effetto trancio di vitella ripieno, i fantasmini per ballerine di pizzo color carne o neri contro le vesciche (soffrite, ma non fatelo!), studiati appositamente per uscire dal bordo dei vostri dolci piedini, i sandali con le calze, nelle duplici varianti: gialle carne cinese  o nere purchè con cuciture evidenti.
La moda, richiede audacia e anche un po' di sacrificio e dolore. Se volete portare i sandali, fatelo, ma con i piedi curati e senza calze. Se sentite proprio questa necessità delle calze color carne, un consiglio: Philippe Matignon 8 denari, nude. Colorito naturale ed uniforme, in più, dimenticherete completamente di avere delle calze! 
 
Possiamo così arrivare al bimestre successivo, scandito da un solo, unico ed incontrastato protagonista: LO SHORTS.
Ragazze, fanciulle, donne: riflettete bene prima di farlo. Pensateci prima di sfoggiare fiere 5cm circa di stoffa. Anche qui, potete essere la terza sorella illegittima di Belèn, buon per voi, ma non sarete comunque carine se camminerete per la vostra città con un micro shorts di jeans magari anche strappato e a vita alta (sembrando così la reincarnazione di Donna di Beverly Hills 90210) indossando poi  ai piedi i vostri amati anfibi borchiati, credendo di darci sotto con il vostro lato rock. La domanda ci sorge spontanea: la calura voi ce l'avete solo sulle vostre coscette? Probabilmente sì. Da un lato l'esercito delle donne in shorts io le stimo, perché contro ogni complesso estetico che infligge noi femminucce, le vedi passeggiare fiere, felici e inconsapevoli avvolte "effetto sottovuoto" da questi pantaloncini, che  strabordano eccessi di ciccia varia e cellulite dove trovano un piccolo passaggio libero per poter trovare ristoro momentaneo. Dall'altro però sopraggiunge il disgusto, perché un pantaloncino più lungo, sa sopperire ugualmente al torrido clima estivo, mantenendosi nei canoni della decenza umana. Poi, in spiaggia, nel tratto "auto - spiaggia ; spiaggia -casa" v'è più tolleranza...Potete, se ne sentite la necessità,  dilettarvi col vostro outfit "hot summer", indossando, cortesemente, sandali o ciabattine. Evitate la cosidetta "ricotta ai piedi", a voi e a chi vi sta intorno e lasciate a casa il vostro animo rock, dato dai vostri  favolosi anfibi borchiati!
 
Ecco quindi svelato il secondo e terzo corollario: 1) se vuoi portare i sandali o le scarpe senza calze, soffri, ma non trovare mai disgustosi stratagemmi! 2) Se ami da impazzire gli shorts e sfrutti ogni occasione per indossarli, rifletti sulla tua età e sulla tua esigenza. Forse, tesoro, abbiamo un problema!
 
E' vero, la moda e le sue leggi non scritte a volte ci confondono e ci offuscano, invitandoci ad un vero e proprio "mix and match" che rasenta, se mal controllato, il ridicolo. La vera moda secondo me? Indossate quello che vi piace e che vi fa sentire a vostro agio; osate pure, senza mai eccessi. Volete scoprirvi? Un occhio alle proporzioni, un altro al contesto e uno, il più importante, all'insieme. Se vi sembrerà troppo, è perché è troppo. Allora limitate. La vostra bellezza, la vostra impronta ed il vostro stile, non si misurano nella quantità di corpo scoperto ed esposto, ma nella vostra armonia generale!
 
Citandovi Re Giorgio Armani: L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.



E se ancora non vi ha convinte questa denuncia sociale al cattivo gusto, se ancora volete osare incondizionatamente contro tutto e tutti, allora la FASHION SHOWER DI ANNA DELLO RUSSO, FA AL CASO VOSTRO!

 
 


 


martedì 27 maggio 2014

Che brutto affare, al discount dell'amore non conviene mai andare!


L'idolatria in generale, ma soprattutto quella rivolta dalle femminucce al genere maschile, non ha mai portato nulla di buono. E questo lo sappiamo bene ed è un tema che abbiamo affrontato già in diverse occasioni, come nel post " Sally, fall in love with your life!". Ma qui la questione è ancor più specificata. Il trash anni '80, ho imparato che sa regalare alcune pillole di saggezza spiccia dal valore inestimabile; se poi aggiungiamo che il testo in questione è stato scritto dal Caro Franco Califano, beh, la storia è molto lunga.  E qual è la morale? I prodotti che si vendono bene, sul quale vengono riservate forti aspettative, nella maggior parte delle ipotesi sono delle vere e proprie fregature. Perciò diffidate dalla super vendite di un amore  elargite da un super eroe o da una super eroina. Ci vuole tanto impegno e piccole cose per  un buon affare e al discount dell'amore, non conviene mai andare!

Detto ciò non vi conviene che ascoltare Jo Chiarello!



Che brutto affare,
ti amavo di un amore nucleare
ed ascoltavo senza contestare
le palle che sapevi raccontare,
io ti consideravo un superman
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man,
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man.
Che brutto affare
aver sbagliato in pieno a valutare,
sei uno scoppiato da dimenticare,
pensavi fossi un'oca da spennare
piuttosto il pollo l'ho pelato io,
ci son caduta un po',
scemo
ma adesso il gioco lo comando io,
ci son caduta un po',
scemo
ma adesso il gioco lo comando io.
Che brutto affare,
non m'hai insegnato neanche a far l'amore,
capisco adesso che non ci sai fare,
parlavi bene e razzolavi male,
io ti consideravo un superman
ma non sei neanche un man,
scemo,
non sei nemmeno la metà di un man




dedicata a tutti i brutti affari, passati, per mia  fortuna, presenti e futuri!




ps. Un grazie speciale per aver conosciuto questa canzone, va al SecondoRubino tour e alla sua tappa di Roma del 15 maggio, nella quale c'è stata una bellissima esibizione di Jo Chiarello e Renzo Rubino!



venerdì 23 maggio 2014

Tizio e i social network, ossia come utilizzare a nostro favore il " SOCIAL POWER"



E' inutile negarlo: internet e i social network fanno parte della nostra vita, a tutto tondo. E la possono compensare e perché no, anche  agevolare. Basta utilizzare il tutto con un po' di astuzia e senza mai esagerare. Ora, ammettiamolo, quanti e quante di noi, di fronte ad una nuova conoscenza, non hanno dato una sbirciatina alla finestra di Facebook? In buona o in cattiva fede, il web ci dà risposte, su chi sia o non sia una persona o quantomeno ci aiuta a capirne alcuni aspetti della personalità, in modo chiaro e veloce. Non è un caso se anche per cercare lavoro, le società utilizzino per l'analisi dei profili piattaforme social di vario genere!
E allora qualche giorno fa, riflettevo proprio su questo: come possiamo agevolare ancor di più i nostri incontri, sfruttando "il potere del social" senza diventarne vittime? Da qui è nato il caso di Tizio e le varie opzioni, che ho sintetizzato nell'immagine che vedete. Riassumendo, le opzioni intorno a Tizio sono queste:

-  TIZIO TI PIACE E NON LO CONOSCI DI PERSONA, cioè sai chi è, l'hai visto qualche volta, ma stai cercando "l'occasione"
-  TIZIO NON SOLO LO CONOSCI, MA CI STAI USCENDO E TI PIACE ASSAI
- TIZIO E' SU FACEBOOK
- TIZIO NON E' SU FACEBOOK

....Ma come andrà a finire poi con Tizio? Beh, lo "scopriremo solo vivendo"......perché, il Virtuale non potrà mai sostituire il Reale!







venerdì 16 maggio 2014

La "gatta moscia", la cugina "morta" e l' Amazzone incompresa



Oggi vi racconto una storia. La storia di chi ha lo sguardo sottilmente cattivo, la mente chiusa e le fattezze innocenti e slavate. La storia di quelle che non ho mai capito come fanno, ma restano sempre a galla, a dispetto di tutto e tutti.
In verità non è una storia, è un elenco di casistiche da denunciare, perché quelle come me, quelle che hanno un cantiere scombinato in testa  grande come quello dell'Expo di Milano 24 ore su 24, ancora non hanno capito niente di niente, né di loro né di come va il mondo.
Non so se le gatte mosce, che sono le cugine carnali delle morte, hanno un loro codice segreto, un punto di ritrovo o un rito di iniziazione. Ma chi sono queste gatte mosce?
Nel gruppo non ti accorgi di loro, passano totalmente inosservate, con il loro aspetto da Madonna di Loreto 2.0; non hanno tratti particolari se non i loro outfit improbabili e dal lontano sapore primi anni '90. Eppure, sai con sicurezza che loro vincono. Come? Perché? Non troverai mai una gatta moscia sola, triste e single. La troverai tranquilla in un lavoro che le calza a pennello e  ti saluterà porgendo una manina flebile e moscia, proprio come lei. Ci sarà sempre un maschio alfa al suo fianco, pronto a prendersi cura della piccola indifesa, che fiera porterà il suo trofeo in marcia sotto braccio, sfinendolo con lagne e con rimproveri perché possa essere sempre più bravo, corretto ed educato e perché indossi il pulloverino blu regalato con amore. E il malcapitato, che credeva di aver trovato un'apparente tranquillità in una ragazza da sposare, semplice ed innocente, si ritrova rinchiuso in una spirale senza uscita.
Ricorda, non troverai mai una gatta moscia in crisi d'identità o semplicemente turbata dal suo "non essere abbastanza forte per...". La gatta moscia, se non sa di qualcosa, è perché gli altri sono ignoranti, strani,  stranieri, oppure cattivi, e concluderà il tutto con una risatina dolce o con un delicato ghigno. La gatta moscia, vorrebbe un mondo a sua misura, da poter governare con l'arte della sua flemma e della sua intelligenza, o presunta tale. Trova divertenti le persone " diverse da sé" fin quando queste restino abbastanza lontane, soprattutto dalle sue proprietà. Nel rispetto di una cultura cattolica fondamentalista, è caritatevole, con un coltello  nascosto nella borsettina da tirar fuori per le meretrici che irretiranno il proprio fidanzato. Perché non ha un nome questo poveraccio del fidanzato. Ha un ruolo. Che deve svolgere. Che deve portare a termine, finchè morte o suicidio di parte non li separi. E che lui, nel 90% dei casi fa, pur se vacillante e con qualche cornino decorativo.

E noi invece siamo qui, a cercare di capire quello che c'è da capire, a combattere per la nostra identità, pronte a mettere in discussione tutto e tutti, pronte a metterci in gioco per una passione, per un idea, per un sogno. Noi, le amazzoni, le guerriere. Catapultate nella vita che affrontiamo di pancia e di petto e vinte poi da loro e dai loro docili sguardi. La gatta moscia, striscia silente, s' insidia e vince sempre. Un uomo è attratto dall'amazzone e poi sceglie la "micia moscia" o s'innamora di quella morta. Un grande mistero.
Che cosa fare? Io non lo so cosa possiamo fare noi, per vincere. Perché io le gatte, nelle loro molteplici sfumature, le ho sempre odiate e schifate, quindi, una soluzione a questo dilemma, non l'ho ancora trovata.
Ma se da Amazzone si perde però, allora non sarà  arrivato il momento di riflettere sulla cosa giusta da fare? Quindi? Consigli? Beh, appurata l'esistenza di tale specie all'interno della vostra vita, potete fare solo una cosa: studiate il nemico, osservate ed appuntate con precisione. Perché  in fondo, non ci pensate a quanta potenzialità potrebbe esserci in  una Amazzone camuffata da felino?








lunedì 12 maggio 2014

Le amicizie dagli sconosciuti? Peggio delle caramelle!

Ve la ricordate la frase “ Non accettare caramelle dagli sconosciuti?”,  quella frase che ha terrorizzato migliaia di generazioni, soprattutto femminili? Oggi, nel 2014 bisognerebbe aggiungere un nuovo monito: “ NON ACCETTARE AMICIZIE DAGLI SCONOSCIUTI”.  Io, che latito in quel di Facebook da diversi anni, avevo sempre seguito questo accorgimento. Poi, qualche giorno fa, sono stata indotta a tentazione e per curiosità, ma soprattutto per capire come si svolge un approccio on line, l’ho fatto. E spero che questo racconto possa portare altre persone ad evitare categoricamente di dare corda a tipi come questo. Va ricordato che la categoria “ sconosciuto” si distingue in due sottocategorie “ sconosciuto totale” o “sconosciuto, ma con amici in comune”. La seconda categoria, potrebbe determinare altro risvolto  in quanto c’è da considerare il potere della referenza dell’amico in comune. Il caso patologico che sto denunciando però, riguarda lo sconosciuto totale.
Procederò elencandovi dei punti precisi, per chiarire meglio l’attività nel suo complesso; chiameremo poi  per comodità il soggetto in questione, G. :
 
cosa fare in caso di richiesta di amicizia da "sconosciuto totale"
  1.            Verificare il rispetto dei canoni minimi di decenza umana ossia, se il soggetto in questione è di bell’aspetto o meno.  Effettivamente G. rispettava i canoni , quindi aveva guadagnato quei  10 minuti di verifica virtuale, che consiste in una rapida verifica dell’attività social (informazioni base, foto, post pubblicati ed attività registrate).
  2.  Verificare la modalità di azione della parte in causa, quindi il suo approccio. G., non ha tardato poi così tanto ad entrare in azione, lanciandosi in un neutro saluto. 
  3. Studiare attentamente l’evoluzione della conversazione e la modalità con cui vengono   impostate le domande   
 
 
E qui arriva il bello: perché G., che prima spavaldo si lancia in un “non ci conosciamo, ma ne approfitto e mi presento” porta subito la conversazione su ciò che gli interessa. La mia domanda, da finta incredula, inconsapevole dei suggerimenti di Facebook “ ma se non ci conosciamo e non abbiamo amici in comune, come mi hai trovata?” lo spinge alla risposta “ sei apparsa tra le possibili amicizie, e da quello che posso vedere, non mi ha detto per niente male…”.  Forse poi ispiratosi dal mio “ah”, si lancia in uno sterile interrogatorio: “ quanti anni hai?” . La domanda, “quanti anni hai” seguita da una virgola e dal mio nome, mi ha fatto rabbrividire. Voi direte: "ma è una semplice domanda!.." Ma mettiamo che io fossi realmente incuriosita dalla tua persona, G., con queste asettiche domande da approccio, senza un minimo di ironia (a volte un emoticon, se ben utilizzato, ti può salvare la vita!)  ma quanta voglia mi puoi far venire di scriverti e di leggere? La mia età però, deve avergli creato dei veri e propri scompensi e forse già si stava sfregando le mani per il bottino che credeva aver trovato. Perché questi miei 27 anni l’hanno messo proprio in confusione a G. .... Pensa se fossi stata minorenne! Al mio "E tu?" risponde con almeno 4 periodi per evitare di dire la verità, che culminano nella frase " dimmi quanti anni di differenza per te potrebbero essere troppi"......
Signori, anzi, signor G. : ma che cos'è, una vendita al mercato? "E' troppo un chilo di pomodori, ne levo un po' altrimenti gli viene troppo, che dice?" Puoi trovarla così una che ti dà retta, oppure conti sulla quantità nella speranza che in un rapporto 10 a 1, magari una ci casca e te la da'? Suvvia e poi.. Alla tua età!
Il dramma di G. consisteva nella sua appartenenza al club degli "anta" che probabilmente poteva nuocere al tentativo di socializzare, se di socializzazione si può parlare. E così, svelato il nocciolo della questione con un mio " Non ci sono filtri ahimè su Facebok per poter catalogare una banale conoscenza" , G. incalza, procedendo nel suo interrogatorio, con la domanda " di che zona sei".
Quando la tristezza e lo squallore stava per inondare pure me,  mi sono fermata, perché le opzioni potevano essere due: o vedere quanto poteva dilungarsi o insultare e denigrare il soggetto fino alla fine. Ma ucciditi con le tue mani, G., e resta in questo cyber spazio, se t'aggrada!
Il mattino seguente, mi dedico però a capire più nel dettaglio  quali indizi possano aver suggerito la mia amicizia al triste G.  e nella ricerca, accedo alla sezione "persone che potresti conoscere" su Facebook.  Scopro così con molta gioia che  grazie al triste G., la mia sezione era magicamente sommersa da una serie di pseudo femmine che avevano come comune denominatore l'essere completamente nude sulle loro foto del profilo, in pose che nulla lasciavano all'immaginazione. In altre parole, via Salaria si era materializzata su Facebook.  E cosa avevamo in comune io e queste gentil donzelle? G., chiaramente, che è stato nell'immediato rimosso e bloccato da ogni informazione che potesse ancora ricondurlo a me.
Perciò, triste G., ragiona: se ti piacciono le femmine, puoi fare una di queste cose, o tutte : a) trova un modo più cordiale e simpatico per il tuo approccio; b) la statistica o la sorte, senza ingegno, non vale sempre per trovare una che  te la dà; c) ma se oramai nel pieno degli ANTA stai così, non ti viene in mente che qualcosa non va? d) se proprio DEVI, almeno fallo con classe!
 
Forse per G. le statistiche non valgono, ma per noi sì. La regola è:  l'amicizia da uno sconosciuto, Mai. Perché se non è un fake, allora è solo e solamente una persona tanto triste e depravata!
 

 

domenica 4 maggio 2014

Petit Essai: capsule collection papillon , ovvero "oltre le regole, nessuna regola"


Oggi, nel progetto di condivisione oramai noto di Caramelle&Paturnie, vorrei farvi conoscere un nuovo "talento", che rimanda al tema " Collaborazione, Amore e Fantasia". Oggi, parliamo un po' di Petit Essai, un esperimento artistico che ho visto nascere e svilupparsi, al quale sono particolamente legata. Anche se all'interno del microcosmo Petit Essai potrete trovare creazioni come orecchini, collane, bracciali e t-shirt, nate dalla combinazione di ricami dal sapore romantico a catene e borchie,  io ho amato sin dal primo momento la capsule collection dedicata ai papillon.

Inizialmente nata per il popolo maschile, la collezione, che come le migliori opere "hand made" non conosce duplicati o produzioni in serie, ha riscosso molto successo anche tra le ragazze. Perchè indossare un papillon come questo, rende più sfizioso e particolare qualsiasi look, sia maschile che femminile. Chiariamoci, se avete in mente il papillon da smoking, siete sulla strada sbagliata! Qui troverete combinazioni insuali di materiali  mixati tra loro. Sarà normale dunque trovare associata al cachemire della plastica, borchie e perchè no...anche parte di un centimetro da sarta! La regola è "nessuna regola", perchè il concetto del papillon, viene destrutturato e concepito come un accessorio non d'occasione, ma di quotidianità. Per le ragazze poi,  è disponibile una variante al modello maggiormente adattabile ad un collo femminile, che può sostituire una normale collana, arrichendo, perchè no, una semplice maglia di cotone per regalarle originalità. 
Il merito del successo della  creazione,  va interamente alla folle creatività della "madre" del progetto che, abile della sua esperienza sartoriale, ha saputo reinterpretare un classico dell'abbigliamento maschile;  lei è Alessandra, che, in quanto  poi compagna di "paturnie", detiene un posto particolare all'interno del mio cuore.
Le foto che vedete, sono solo alcuni dei modelli creati, ma per sapere di più su Petit Essai, potete visitare la pagina Facebook ufficiale Petit Essai, oppure per ogni altro tipo di  informazione, per conoscere altre creazioni o per acquistarle....

chiedete e Vi sarà detto!





venerdì 2 maggio 2014

il tuo cammino, un passo e un nuovo viaggio




Un giorno improvvisamente ti  alzi, riprendi  tutte le tue cose sparse qua e là a terra e cominci a camminare. Non sai dove andrai, che cosa accadrà domani. Intanto pensi a quello che sta accadendo oggi, e a cosa puoi fare ogni istante per rendere questo giorno migliore. No, non hai visto la luce, tutt’altro: ogni passo è più importante e faticoso del precedente. E’ come  quando dovevi imparare ad andare in bicicletta, a stare sui tacchi in modo naturale, oppure a guidare senza che le tue mani grondassero sul volante per l’ansia. I passi sono più che altro stasi. E’ un movimento da ferma. Ogni volta che impedisci coscientemente a te stessa di compiere un’azione autodistruttiva o semplicemente inutile ed anziché agire con la forza della pancia, resti ferma, hai fatto un passo verso te stessa. Il futuro è solo una parola, perché non puoi controllare l’evolversi degli eventi, ma puoi adattarti ad essi, rendendoli più inclini e favorevoli. Non puoi cambiare cose e persone che non vogliono cambiare, ma puoi scegliere chi e cosa vuoi accanto a te, per camminare meglio.
E della tua ansia, di quei moti impetuosi che ti spezzano il respiro e ti gelano il petto, non so più che farmene. Hai delle grandi responsabilità, non verso le aspettative degli altri o verso ciò che la società ti impone come giusto. Ma verso te stessa e verso il tuo percorso. Perché puoi cadere, ma devi saper rialzarti ancora ed ancora, ed hai bisogno di gambe forti  e allenate. Non puoi  attendere le mani tese che poi richiedono sempre qualcosa in cambio; le mani degli altri non sempre hanno una buona presa; non puoi fidarti di una mano vacillante o subdola. Non puoi determinare eventi che non dipendono da te. Ma puoi  controllare ciò che dipende da te, che sei Tu.
Sei  preoccupata? Naturale,  ma poi ti domandi: “di cosa?” E le preoccupazioni, sono solo calcoli di probabilità su eventi che neppure si sono avverati. E i calcoli, non sono mai stati il tuo forte. Allora, dimentica questa parola, preoccupazione, e continua a camminare, esplorando il terreno prima con un piede, poi con un altro, giorno dopo giorno, dopo giorno........

martedì 29 aprile 2014

Uomo col mestruo, io NON ti salverò!



Uomini col mestruo, uomini col mestruo tanti come se piovesse. Uomini fatti di dubbi ed angosce, di tanti silenzi che nascondono turbamenti mentali. E invece no, sono solo capricci di un uomo senza età coccolato troppo da Mammà. Chi sono gli uomini col mestruo? Sono quelli che non sanno neanche loro cosa e chi vogliono, che innescano però alle malcapitate dubbi su dubbi. Perché non si tratta di idioti, affatto. L'uomo col mestruo è l'uomo mentale, introverso, assalito da mille quesiti in attesa di risposta, che poco condivide e che, se mai lo fa, ti vengono esposti neanche si trattasse del segreto di Fatima ancora non rivelato . L'uomo col mestruo è altalenante, oggi per lui sei Gisele Bundchen, la Madonna madre dei suoi figli, domani sei Mariangela, la figlia di Fantozzi. E lui non comprende come potrà portare avanti il peso di te, di lui, del mondo e di voi, che non sa neanche se siete pluralità o un evolversi o un qualcosa, tipo il Didò dei bambini. Si chiede cosa mai sia questa insoddisfazione, che lo porta ad essere anche un po' artista, ad eccellere in qualche arte o nella sua professione, qualunque essa sia. A volte è minacciato dalla semplicità di un pensiero che gli viene esposto, molto spesso vorrebbe essere salvato, ma da cosa nessuno lo sa.
Sono ovunque gli uomini col mestruo e possono essere chiunque: anche Chris Martin è un uomo col mestruo e per le sue "paturnie emotive" s'è giocato la bella Gwyneth Paltrow. Su Vanity Fair si fa riferimento ad una sua intervista rilasciata alla Bbc Radio 1, nella quale lo stesso afferma di avere una serie di problemi interiori irrisolti, che non gli hanno permesso di apprezzare la bellezza della persona che aveva accanto. Ci sono due elementi da sottolineare qui: il primo, è che il povero Chris ammette i suoi limiti, e questo gli fa onore (ma un uomo che scrive parole come "Come up to meet you, tell you I’m sorry,You don’t know how lovely you are, I had to find you, tell you I need you,Tell you I set you apart" è capace anche di considerare il suo errore ed i suoi limiti emotivi!) il secondo, è che di fronte a lei che definisce la fine della storia un "consapevole distaccamento", si possono solo alzare le braccia e pensare " ah, quindi ti eri rotta consapevolmente le palle". Ma torniamo a noi; perché non sono tutte anime nobili come Chris, ci sono anche i comuni ordinari esseri. Ieri ad esempio, mi sono imbattuta negli ultimi trenta minuti di diretta del Grande Fratello, dedicati alle eliminazioni dei fantocci in gara. E uno di questi, del quale non ricordo e non voglio sapere il nome, mi ha risvegliata dalla fase rem con un pensiero "ecco, ecco un altro uomo col mestruo!". Perché questo tizio, che aveva una storia con una concorrente, dapprima manifestava entusiasmo e coinvolgimento, dicendo che la ragazza era e poteva essere "la donna ideale, dallo sguardo che ti conquista e che ti scioglie.." e poi, improvvisamente, era colto da inspiegabili dubbi ed angosce che lo portavano a silenzi, sospiri ed atti di scostanza lasciando lei a guardarlo, con gli occhi pieni di lacrime, in silenzio, senza alcuna spiegazione logica oltre ai "Non so, non credo..." . La situazione si concludeva tra le lacrime di lei, che per fortuna è stata eliminata e le lacrime di lui quando l'ha vista uscire, quando ha compreso che non aveva più, probabilmente, qualcuno sul quale poter canalizzare le proprie inquietudini.
Ma ce ne sono tanti, come detto sin dall'inizio, di uomini che ti fanno rimpiangere un cavernicolo perché almeno quello sceglie e agisce. Diffidate, diffidate sempre e non abbiate mai la presunzione di tirare fuori dalla borsa il mantello dell'eroina che corre al motto di "Io ti salverò!"
 
Si salva da solo, chi si vuole salvare! 

mercoledì 23 aprile 2014

dall'amico di letto al vulnerabile umorale: evoluzioni dell' homo "poco sapiens"







Correva l'anno 2012, correva il tempo in cui la prima esperienza di blog condiviso prendeva forma e correva soprattutto l'anno dell'amico di letto e di tante altre tipologie che da lì a poco, avrei  avuto il "piacere" di incontrare. Vorrei riproporvi alcuni passi di quel post, a mio avviso sempre attualissimo.


Amico di letto: dove comincia e dove finisce, se finisce? Il caso vuole che la sindrome da amico/a di letto è più frequente che mai, da che mondo e mondo. Vorrei semplicemente lasciare uno spazio di confronto su questo termine, perché i confini da tracciare per non sfociare nel solito amore non corrisposto, sono molto delicati, ma vanno rispettati attentamente. Personalmente, ho individuato alcune tipologie, ma vi prego di collaborare alla ricerca, forse riusciremo a capire se il cosiddetto “trombamico/a” quella categoria citata più volte dall’amatore Fabio Volo, può essere scandita da alcuni particolari tali da permetterci di stare al gioco, o di scartare elegantemente la proposta, esplicita od implicita.
Prima di elencarvi alcune tipologie, sottolineo che essere amici di letto prevede una reciproca consapevolezza delle parti, anche se le femminucce faticano dopo qualche tempo a rispettare le TRE SACRE REGOLE:
regola n.1 : non abbiamo un patto di esclusività, ma reciproco rispetto
regola n.2: agiamo secondo desiderio e non secondo dovere
regola n.3: nessun vincolo, nessuna possessività


Analizziamo adesso i diversi soggetti tendenti, come già spiegato, in forme esplicite od implicite all’amicizia di letto:


IO MI VOGLIO DIVERTIRE Il soggetto in questione la cui età anagrafica è solo un dettaglio stampato sui propri documenti, è dedito al culto del divertimento. Fate parte anche voi del divertimento, ma ad una debita distanza, non dovete essere contagiose, non dovete essere un impegno. Ottimo, se utilizzato dalla controparte come spunto per il solo divertimento.
NON VOGLIO IMPEGNARMI, NON SONO PRONTO Categoria subdola, potrebbe anche non rientrare nella lista. Instabile psicologicamente, alternerà alle 3 sacre regole momenti in cui vi sentirete “coppia che sta nascendo” con costanti sbalzi, le cui alternanze non hanno tempo stabilito, se non quello del vostro esaurimento prossimo.
VIVIAMO/CI
Indefinito, passerei oltre. E’ alla scoperta di tutto e di tutti, senza scopo, se non quello di trovare sempre nuovi stimoli. Inattendibile, perché neppure coincide con le tre leggi. Da provare, ma indigesto.
SALTUARIAMENTE TROVIAMOCI
A prova di orologio e con scadenze, senza troppe aspettative future. Forse il migliore, se saputo gestire e se il cuore non comincia a bussare. Consigliabile durante gli status mentali positivi, mai in fasi depressive/malinconiche perché può condurre a confusioni gravi.
Analizzate le regole, alcune tipologie, resta un ultimo punto da affrontare: quanto ha a che fare tutto questo con l’amore? Qualcosa o niente? Si parla solo di attrazione? Forse, ma il circolo si chiude sempre sull’aspetto temporale. Ci sarà prima o poi una delle parti che inverte il gioco, che cade sull’amore..Perchè un amico di letto è pur sempre un amico, ed è dunque qualcuno di cui nutriamo stima, affetto e fiducia.. e allora? Come finisce? Semplice: o si chiude l’amicizia, e resta una conoscenza ed una delle parti corre altrove, oppure si cade insieme…. ma questa è solo UN’ECCEZIONE!

Con il lume della ragione che solo il tempo, per  nostra fortuna, riesce a garantirci, scopri che forse l’amico di letto,  se ben dosato ed utilizzato in uno spazio temporale ben definito, ha una sua dignità sociale che altre figure, più subdole, alla fine dei conti non hanno.
Come ad esempio i  VULNERABILI UMORALI, una categoria che, per un determinato periodo, si impegna a farti credere che loro sono UOMINI, non come quelli che tu, povera, hai incontrato sino ad ora. Loro sono quelli che cercano la DONNA DELLA LORO VITA, a tempo determinato, ossia fin quando non scade la loro fervida immaginazione, cui  tu alla fine ti arrendi finendo così nel credere alla fiaba degli asini che possono volare leggeri in cielo. Nell’attesa poi del fatidico momento in cui gli asini spiccheranno il volo nel cielo, improvvisamente questi uomini  si trasformano in portatori sani di malessere umorale, scandito da espressioni come “Non so.., Ma…, vediamo…., può darsi…..” , supportate poi dal peso del mondo che incombe sulle loro spalle, già cariche di mille altre incombenze. Ovviamente, capiteranno mille imprevisti, come nelle migliori fiabe, che renderanno sempre più complessa la sua persa volontà di poterti manifestare il minimo interesse nel fare qualcosa per te, o con te.
Care,  in questi casi, ricordate che siamo Noi che per questioni biologiche ed ormonali siamo sottomesse alla vulnerabilità umorale, ma per questioni ormonali, sottolineo, non per problematiche psichiche, come in questo caso!


Di categorie quindi, ne potremmo elaborare migliaia, in una costante danza tra quello che noi vogliamo, vorremmo e ciò che è. Il mio consiglio? Per essere l’Eccezione, credo non occorra una  particolare attitudine alla fortuna, ma semplicemente la convinzione primaria di essere L’Eccezione stessa.

E se qualcuno o qualcosa vi facesse sentire anche per un secondo  una ordinaria prassi da protocollo, fate così:  alzate i vostri favolosi tacchi 12, indossati con fierezza e caparbia e fuggite, prima che possa esser necessario annoverare altre categorie all’elenco!

venerdì 18 aprile 2014

camerino, Io non Ti temo!



Oggi, vorrei condividere con voi l'esperienza "tragica" della prova camerino, vissuta, almeno da me diverse volte; dopo svariate situazioni in cui la depressione ha preso la meglio, ho deciso di applicare queste piccole regole di sopravvivenza, per mantenere sacro il momento shopping, senza alcun intralcio o diversivo.


Sei in un negozio, stracolmo di abiti carini e ad un prezzo conveniente: Amica sei nel Paradiso! Allora cosa si fa? Prendi quel vestito, favoloso, ad un prezzo altrettanto favoloso; ti piace, non ci sono storie! Poi vedi anche un pantalone, una gonna...Insomma sei in piena "fase compulsiva da shopping". Entri fiera nel tuo camerino, con almeno 10 capi in mano, pronta per la scelta definitiva. Ti spogli velocemente perché fa caldo, fa sempre caldo dentro a quei piccoli fornetti, e non sai ancora che stai per commettere il più grave degli errori: mentre ti spogli, ti giri davanti allo specchio mentre prendi il tuo capo da provare.

E' una frazione di secondo che stravolge tutto, che mette in crisi anche la voglia di comprare: quello che vedi dallo specchio. Vedi cose che non ci sono normalmente, vedi forme, che i tuoi occhi non vedono generalmente. E allora il tuo viso, che fino a poco tempo fa aveva l'espressione di una donna vincente con il suo bel vestitino tra le mani, si trasforma nell' Urlo di Munch.
Ma come fare? Perché se vince lo sconforto, posi tutto e vai via, più depressa che mai e cerchi anziché un vestito, una tunica che possa nascondere e confondere tutto. Allora, visto che lo sconforto, non può e non deve vincere, fate così:
1) entrate nel camerino velocemente, e ancor più velocemente spogliatevi, ma mi raccomando DI SPALLE RISPETTO ALLO SPECCHIO.
2) per non rischiare, indossate ciò che dovete, ma SEMPRE DI SPALLE. Una volta indossato, rivolgetevi allo specchio solo per vedere se avete chiuso tutte le lampo/bottoni.
3) una volta che siete certe del rispetto dei canoni minimi di decenza, aprite la tenda, o la porticina e fate almeno quattro passi indietro rispetto allo specchio del camerino.
4) Adesso, finalmente  GUARDATEVI e....dimenticavo! se indossate calzini, calze e ahimè gambaletti, toglieteli con rapidità come da punto 1!!

Sappiate che il camerino, non racconta la verità ed il mistero è proprio questo: ma perché non fate camerini che possano agevolare, anche con posizionamenti strategici di luci e specchi, la nostra visuale? Visto che questo traguardo Signori e soprattutto Signore, sembra essere molto, molto lontano, ricordate questo:
il camerino può essere metafora di vita, perciò " E' SEMPRE E SOLO QUESTIONE DI PROSPETTIVE!"

...e buon shopping a tutti! :)

mercoledì 16 aprile 2014

Questo, non è un film!



 E se ti capitasse di essere protagonista di una curiosa coincidenza che assomiglia ad un film, che cosa faresti?
 
La vita, bisogna specificare, non è un film,  o almeno non è uno di "quei film", uno di quelli che  mixato alla tua fervida fantasia, ha determinato nel corso del tempo questa visione folle e distorta dell'amore o di altre situazioni. Detto ciò, se ti dovesse capitare qualcosa di simile a quello che sto per raccontarti, forse il consiglio che ne potrai desumere, potrà esserti d'aiuto.
 
Mettiamo il caso che tu, in un momento di pausa dal lavoro, sei affacciata alla finestra a fumare la tua bella sigaretta, pensando alle tue cose, programmando quello che potrai o dovrai fare non appena termineranno questi minuti di pausa. Mettiamo il caso che sei curiosa di natura, quindi ti piace fermarti a guardare la strada e la gente che passa, come si muove e cosa fa. E capita così che l'occhio cade su qualcosa che riconosci, una macchina, un dettaglio, perché la tua memoria purtroppo ti assiste, troppo oserei dire. E così ti accorgi che per puro caso, uno dei "tuoi tanti errori" (chiamiamolo così) passi per caso per questa via, con insistenza, cercando di trovare un parcheggio.
E qui, il tuo cervellino parte d'impulso, e comincia il suo primo ciak " Ma guarda..Nonostante il tempo, che fatalità, proprio qui, proprio qui da ME (come se la strada ce la fossimo comprata, e con essa tutto ciò che la ricopre), proprio mentre sono qui a guardare.....Cosa faccio? Chiamo? Controllo se chiama? Scendo? Si ricorderà dove sono, controllo se controlla?" "STOOP!!!!!". Una voce più forte di quella che pone questo fiume di domande, si fa spazio. "Ma di che cosa e di Chi stiamo parlando?" Il film si blocca, del resto il ciak è terminato, del resto non si tratta di un film, tutt'altro.
Perché in un film non ci sono persone che fuggono o sfuggono o che semplicemente non parlano; perché in un film la gente interpreta dei ruoli ben definiti ed anche il più infimo degli ignavi, ha il suo spessore caratteriale e  magari riceve anche dei premi dalla critica. Nella vita invece, al massimo dovrebbe ricevere qualche sputo. Quindi, l'unica azione che potresti fare, è procurarti un bel vaso da lanciare, altro che incontri trafelati sperando in un "e vissero tutti....". 
Perciò Dio ringrazi quell'istante che intercorre tra la trepida eccitazione che ti porterebbe a recitare la tua di parte, quella di eroina che scende dalle scale e corre incontro all'errore, sperando in un favoloso finale e la consapevolezza che questo mondo è un buco piccolo, quindi prima o poi tutti per casualità, ci rincontriamo o ci rincontreremo.
Ovviamente il tuo telefono non suona, tu resti là dove sei, a guardare e a ricordare tutti i buoni motivi per i quali non è il caso di muovere un passo oltre quello che hai fatto , che ti ha anche procurato un ematoma sulla gamba, per correre verso la finestra che permette di avere una visuale più chiara.
 
L'hai visto da lontano il TUO ERRORE, uno dei tanti, e l'hai scorporato e destrutturato con una sorprendente facilità. Cosa resta?
Niente. Resta la consapevolezza e la felicità dell'esserti fermata, dell'aver detto NO ad un comportamento che non ti avrebbe portato a nulla, se non a ripetere uno schema che conosci ed hai già vissuto, perché Chi ti vuole, le scale Te le fa scendere, non aspetta che Tu corri!











venerdì 11 aprile 2014

Noi, la Bellezza e la cellulite: io dico No!







La primavera è arrivata, il sole si comincia a sentire sulla pelle, il cappotto lo abbiamo tolto e le giornate si sono allungate. Uno scenario perfetto. Se non fosse per la resa dei conti, cioè il countdown cui noi, pubblico femminile, siamo sottoposte, volente o nolente. Fateci caso, da qui ai prossimi 3 mesi, tv, radio, web non farà che ricordarci come e quando RISOLVERE LA CELLULITE. Ma si risolve? Questo non è dato sapere; intanto capita che il giorno in cui la tua autostima estetica è già vicino al centro della terra,  per puro caso tu debba ascoltare frasi del tipo: " la cellulite è una malattia: combatti la celluite." Ma per favore, io devo combattere almeno 10 battaglie al giorno con il mondo, posso aggiungere la cellulite? Non ho spazio e soprattutto, per quanto possa impegnarmi scegliendo uno stile di vita sano, che possa comprendere alimentazione corretta e un po' di sport, non posso combattere comunque  contro i mulini a vento! Posso, nella migliore delle ipotesi, rallentare un po' il vento ai mulini!

Ma il bello arriva se, presa da un moto da "gossippara" ti  imbatti nei vari link sul web che annunciano: ANCHE I VIP NON SUPERANO LA PROVA COSTUME! La mia coscia però non migliora sapendo che all'appello posso annoverare tra le mie compagne  Jennifer Lopez, Kate Hudson, Scarlett Johanson, Eva Longoria, Britney Spears etc etc... e neppure i miei cuscinetti si sentono accettati  di più anche se sono in compagnia delle celebrità! Soprattutto perché tra me, noi e loro, c'è Lui: il potentissimo Photoshop, che viene abilmente utilizzato sia per minimizzare che per esasperare i difetti, a seconda di come gira. Se il messaggio che l'articolo in questione vuole trasmettere, è quello di "accettarsi così come si è", allora fanno vedere che le Celebrities nella loro vita quotidiana sono delle cesse mal conciate, in sovrappeso, con le occhiaie, e i capelli sporchi. Quindi, se loro sono cesse, tu PUOI sentirti una super gnocca! Se invece vogliono sottolineare come poter esaltare la tua bellezza, utilizzando prodotti di vario genere, ti fanno vedere come le Celebrities siano bellissime, anche se acqua e sapone (con foto ritoccate ad hoc,  giochi di luci, trucco e parrucco da 8 ore di preparazione), quindi tu sei cessa se ti conci o non ti conci, per la proprietà transitiva o per pura ingiustizia divina.
Cosa possiamo fare noi? Possiamo fregarcene di tutto ed agire sempre e solo secondo  decoro e decenza, perché probabilmente non dovremmo mai attraversare un red carpet o fare della  nostra immagine perfetta un lavoro, ma sicuramente abbiamo l'obbligo  di dover lavorare per noi stesse e su noi stesse per amare e rispettare di più la nostra immagine e la nostra persona!

A proposito.. avete visto il link della Dove sul cerotto della bellezza? Guardate di che si tratta, e sorridete!!!!





per i sottotitoli in italiano, utilizzate questo link!

https://www.youtube.com/watch?v=hSKNaFKEVyg&feature=youtu.be#aid=P9lY7vHHUGI



beauty is a state of mind!

martedì 8 aprile 2014

Una nuova storia di te stesso: le microscopiche magie


 Ci sono cose che vedi nascere e crescere attorno a te. Come una strana magia. Prima non avresti prestato alcuna attenzione a niente, però poi ti accorgi che la vita che si trasforma attorno a te, forse è il migliore degli stimoli per andare avanti e per credere che qualcosa di buono, c'è sempre. E allora, Grazie.

Grazie, a chi attorno a noi non smette di crederci  e con la determinazione che solo un forte desiderio ti dona, riesce prima o poi ad ottenere ciò che vuole. Perché il loro successo, è la manifestazione più reale e più viva della positività che vive attorno a noi  e che troppo spesso dimentichiamo stupidamente.

Le cose possono cambiare. La vita può cambiare e l'amore può arrivare, prima o poi.

Grazie a chi ha detto "No" ai compromessi, a chi non ha paura di essere solo/a di fronte al mondo  né oggi, né domani e che combatte a testa alta per se stesso e per i propri sogni. A chi si basta e si ama e che cerca una condivisione di vita, non una relazione per programmare vacanze, feste e cene. 

Grazie a chi cerca sempre quel qualcosa in più, a chi le sfumature le vede ancora e a chi la  sensibilità sia propria che altrui, la difende e non la denigra. 

Grazie a chi sbaglia mille ed altre mille volte ancora e da ogni caduta si rialza, perché tutte queste cose qui, non  ha smesso e non smetterà  mai di cercarle ed ha il coraggio e l'ardore di scrivere ogni giorno una nuova storia di se stesso.

Alle Mie  Persone,
e a tutte quelle che vivono, hanno vissuto o vivranno tutte queste piccole, microscopiche magie!

venerdì 4 aprile 2014

Sally, fall in love with your life!




Cosa c'è di peggiore se non la falsa mitizzazione? I nostri idoli, sono semplicemente una rappresentazione più credibile di quello che vorremmo per noi stessi. Ed ogni parola che emerge dalle loro labbra è oro. Guardate la povera Sally dell'immagine: ne è l'esempio lampante. Quando poi al mito si aggiunge l'amore, c'è da rabbrividire veramente. L'adorabile idiozia della quale siamo ubriachi ci pervade, completamente. Bisognerebbe fare testamento e consegnarlo alle persone a noi care, con su scritto un messaggio più o meno come questo:

"Car/a Amico/a, a me sempre fedele e con me sempre leale, se hai aperto questa lettera è perchè mi vedi in pericolo: sì ci sono ricaduta nuovamente. Vedo cose in questa persona che non esistono; percepisco emozioni distorte ed ho perso lucidità. Vedo attorno a me e a questa persona i cuoricini e sento la musica. E non presto attenzione alle tue parole che, pur se sincere, mi sembrano di poco conto. Caro/a Amico/a, ti scrivo perchè se questi sono i segnali, Devi intervenire. Contro la mia volontà. Coglimi di sorpesa e fai una cosa, una sola: COLPISCIMI CON VIOLENZA.
 In tal modo, riacquisirò con ogni speranza la mia lucidità e l'essere per il quale odo musica e vedo amore, mi apparirà più rapidamente per un qualunque giullare benvestito!"

Se c'è una persona che merita la tua ammirazione più di tutte, quella sei  proprio Tu! 


Fall in love with your life!  :) 




"The Cake Box" : come rendere un dolce un'opera d'arte

Già nel post "Collaborazione, amore e fantasia" spiegavo come , secondo la logica della condivisione, attraverso Caramelle&Paturnie volevo dare spazio ai talenti che mi circondano, raccontandovi di loro. Il post infatti, era dedicato alle creazioni di Le.Pa. bijuox.  Oggi però, sempre in tema di collaborazioni, cambiamo genere!
Cari, preparatevi ad osservare come, golosità ed arte possono fondersi, lasciando spazio a delle vere e proprie opere d'arte. Stiamo parlando del progetto "the Cake Box" (www.thecakeboxblog.com). Anche questa volta, oltre che di un talento si parla di una persona per la quale nutro affetto e stima, Ylai, amica da una vita o poco più.  Solo lei, con la sua pazienza smisurata ed il suo amore per il dettaglio, poteva dedicarsi a questa disciplina.  Perché di disciplina si parla, vista la tecnica e le regole da dover rispettare per ottenere un ottimo lavoro.
Oramai di cake design, grazie all'ossessione culinaria che imperversa in televisione,  ne abbiamo sentito parlare un po'tutti, ma credetemi, osservare dal vivo l'intero iter da seguire per effettuare anche un solo petalo di un fiore, è completamente diverso e ti fa comprendere quanta dedizione ed impegno occorre per realizzare una mini torta. Per chi invece di cake design ne sa poco, basta dire questo: "hai presente una normale torta da compleanno? Dimenticala!". Se vuoi qualcosa di unico, speciale e personale, The Cake Box è il posto giusto per te!
Non vi illustrero'gli ingredienti utilizzati, ma se credete che questo tipo di torte siano per voi eccessivamente dolci e cremose, ricordate che quando si parla delle torte di The Cake Box, c'è una particolare attenzione negli ingredienti, genuini e mai troppo grassi, che rendono le torte adatte a tutti.
Se volete infine sperimentare nuove ricette in tema dolci, dalle più elaborate alle "salva cena", il blog offre consigli pratici e tutorial a tema!
COSA ASPETTATE? CLICCATE SUL SITO www.thecakeboxblog.com e ditemi poi se avevo ragione o no?
E ricordate: come una caramella, anche un buon dolce può alleviare le paturnie quotidiane!

martedì 1 aprile 2014

fenomenologia di uno stronzo: lo stronzo di cultura

Quanti di noi, nel loro quotidiano, sono esposti malauguratamente a convivere con uno o più stronzi? Permettete il piccolo sproloquio, ma io altra definizione per una certa categoria di persone, proprio non riesco a trovarla. Ci sono più categorie di stronzi, tante quante sono le molteplici situazioni che costituiscono la nostra esistenza. Ma io oggi, voglio parlare dello/dei stronzi che incontri al lavoro. Chi sono, cosa fanno e come ledono o possono ledere al nostro benessere psicofisico.
Lavorando nel settore commerciale, più nello specifico attinente al settore creditizio, credo di avere incontrato almeno un centinaio di stronzi,  tra quelli certificati,con annesso attestato di qualità, o presunti tali. Perché per essere stronzo vero, ho imparato a mie care spese, devi essere bravo, altrimenti sei solo un idiota, ma questa è un'altra storia. Ho letto di manuali e metodi antistronzi, che con esempi chiari e precisi, ti consigliano ottime strategie almeno per sopravvivere e convivere con queste persone, senza rischiare un esaurimento nervoso o altre patologie similari. Robert I. Sutton, autore del “METODO ANTISTRONZI” , espone sinteticamente in un piccolo libricino molte di queste teorie fra le quali potrete trovare i 12 punti chiave per individuare lo stronzo, sia esso patentato che temporaneo, dei quali vi elenco i più salienti, almeno per me:

-         INVASIONE DEL TERRITORIO DEL PROSSIMO
-         CONTATTO FISICO NON RICHIESTO
-         “BATTUTE SARCASTICHE” E “PRESE IN GIRO” USATE COME SCORCIATOIE PER L’INSULTO
-         ATTACCHI ALLO STATUS CON L’INTENTO DI UMILIARE LA VITTIMA
-         ATTACCHI IPOCRITI

Ammettiamolo, siamo tutti stati vittima di  qualcuno che rientra in una di queste casistiche, sia che dipendessimo per motivi contrattuali da lui, sia che in qualche altro modo, fossimo a questo subordinati per collaborazioni di vario genere. E ci siamo tutti domandati, in cuor nostro: “ E adesso, cosa faccio? Ecco, gli lancio contro la scrivania!!” Ma sappiamo tutti che questo, almeno per non determinare alla nostra vita, già complessa e compromessa, ulteriori danni, non è possibile. “E quindi? Cosa faccio?” Esattamente nulla. Aspetti.
Attendere che il nostro nemico o presunto tale, prima o poi cada in errore e quindi comprometta il suo status, richiede maggior forza che non sconfiggerlo in battaglia, ricordatelo,  tanto per parafrasare in modo distorto il caro Sun Tzu. Ma bisogna avere la giusta calma. Tutto crolla se ha le fondamenta sbagliate!

Anche io dovrei ripetere di più a me stessa queste sacrosante parole, quando presa dall’ira dell’ennesimo stronzo, forse potrei commettere chissa’ cosa.  Perché uno stronzo subdolo, è come una spina che non riesci a togliere dalla mano. Ti fa male e non la vedi. Poi passa. Poi ti comincia a fare male di nuovo. E tu non la vedi. E allora cominci ad operare su te stesso delle mini torture chirurgiche e la spina, dopo un po’, magicamente compare. E via, problema risolto con una cicatrice che col tempo sparirà. Ma certe volte, non ce la faccio proprio.
Io ho pagato il pegno al lavoro di essere molto giovane e  femmina, in un mondo maschile ( maschile tipo spogliatoio di 35 – 40 enni il giovedì a calcetto) e di dimostrare  esteticamente ancora meno della mia effettiva età anagrafica: quindi, per convincere questa sottocategoria dell’homo erectus, neanche sapiens all’ idea che fossi in grado di far firmare correttamente un documento, inviare una mail e verificarne la corretta forma, c’ho messo l’80% in più rispetto ad una “normodotata”. Poi li ho mangiati, a piccoli bocconi, uno dopo l’altro. Perché li ho visti crollare tutti questi stronzi qui, per la loro maggior parte, conquistando almeno una soddisfazione morale.

Tuttavia il destino è crudele, quindi Essi si trasformano e si manifestano in nuove forme e nuove categorie. L’ultima testata è questa:  lo stronzo di cultura.
Lo stronzo di cultura è una persona che Ovviamente possiede Almeno una laurea di prestigio, un master d’eccellenza e svariate esperienze lavorative presso aziende che tu, poveretta, forse neanche sogni. E’ quello che grazie alle sue illustrissime competenze, grazie alla sua intelligenza al di sopra di te e di tutti voi, esseri dei quali mi servo per umana pietas, è stato in grado di anticipare il mercato, sempre e comunque. Però caso strano, parla con te,  non per insegnarti qualcosa, il che potrebbe essere gradito, ma parla con Te per ricordarsi chi è, senza essere interrotto, altrimenti potrebbe perdere il senso di un discorso che ripete  forse tutte le mattine allo specchio mentre recita espressioni “commercialmente appetibili”. Perché è stronzo? Perché invade il tuo territorio, predispone ordini ai quali nessuno riesce o può sottrarsi,   perché subdolamente insulta e perché lentamente scivola, attraverso mutazioni animali che vanno dalla serpe alla lumaca. Come agire? Aspettare, anche qui, che il tempo agisca per lui e per ciò che lui rappresenta.
Perché anche il migliore degli anticipatori del mercato, colui che vanta la vendita dell’impossibile, colui che ha soluzioni migliori per problemi peggiori è un comune, banale essere qualunque, di quelli che sanno sì di Steve Jobs e della sua politica aziendale, ma solo perché hanno letto l’edizione economica della sua biografia, sulla tazza del loro gabinetto in un attimo di stitichezza.

Quindi, qualunque siano le tipologie con le quali vi scontrate o vi scontrerete, lottate silenziosamente e ricordate che, almeno che non sia vostro marito, moglie, fidanzato o fidanzata, questa gente qui, è  solo uno scadente complemento d’arredo impolverato nella vostra vita!

venerdì 28 marzo 2014

Riflessioni su una dissidenza da “AMORE SOCIAL”







Io la formula “le 10 regole per….”  Che  si trova spesso sulle riviste femminili, l’ho sempre detestata. Perché non mi piacciono le regole forse, o semplicemente perché le trovo decisamente assurde, poco attendibili e banali. Qualche giorno fa, presa nella lettura di una rivista on line,  mi sono imbattuta nel leggere le famose 10 regole “per conquistare un uomo e tenerselo”. Spinta dalla curiosità, mi sono prodigata in un’attenta lettura di ognuno dei punti elencati;  oltre ad alcuni consigli divertenti e soprattutto decenti, ma piuttosto scontati, che possono essere così riassunti: “AMICA MIA, TIRATELA, MA QUANTO BASTA” (ecco: ma  quanto basta poi,  a quanto ammonta?), l’articolo arrivava in uno dei punti finali all’apice del suo spessore “ iscriviti a dei siti di incontri on line, purchè siano referenziati! Del resto, siamo nel 2014!”. E così, se i punti precedenti meritavano quel po’ di attenzione necessaria nel quantificare l’ammontare del “quanto basta”, siamo sprofondati velocemente  nel trash. UN SITO DI INCONTRI, AMMETTIAMOLO, E’ IL CUGINO DEGLI SPEED DATE (per il capitolo speed date, potete leggere il post “MA TU AD UNO SPEED DATE, CI HAI MAI PENSATO?” ). Il tutto poi, veniva consigliato come da spot pubblicitario, per “aumentare le possibilità di incontro”, come quando ad una dieta si consiglia una costante attività fisica per “aumentare i risultati e dimagrire velocemente”. Ma come? Penso io, il web ci incoraggia con quel video che ha spopolato,  riproposto anche in chiave “ reale, casareccia e romana” dalle IENE, ad andare incontro ad uno sconosciuto, addirittura a baciarlo, e qui  ancora proponiamo l’accesso all’amore tramite REGISTRAZIONE/LOGIN/PASSWORD?  E come potremmo mai sconfiggere questa comune diffidenza, se non facciamo un passo vero l’uno verso l’altro?
L’ironia dell’intera  questione è questa: in realtà, a tutti è capitato di baciare uno sconosciuto, perché una persona incontrata per circa 48 ore suddivise in due o tre giorni, con la quale magari possiamo aver condiviso una cena, un aperitivo o un caffè e poi un bacio, siamo sinceri, è uno sconosciuto proprio come quello verso il quale i volontari si sono gettati! E ci stupiamo tutti, ci emozioniamo, di fronte alla naturalezza e alla bellezza del più naturale dei gesti, rivendicandone la mancanza, che peraltro è più che lecita. Le emozioni pure ed inaspettate mancano, in ogni ambito, ma negli affetti, si fanno sentire più che mai. Siamo tutti asocial in un mondo social, che suggerisce condivisione di informazioni  e di amore on line e virtuale.

Ma ci pensate a come si potrebbe reagire se all’improvviso ci  venisse chiesto un bacio, magari dal vicino sulla metro? Si, tutti chiuderemmo subito la questione allontanandoci e riflettendo sul perché ai malati di mente non viene garantita la dovuta assistenza sanitaria, probabilmente a causa dei soliti problemi della mala sanità italiana.  Ma se invece fosse diverso? Ma se invece ci fosse ancora chi osa verso uno sconosciuto, verso di te,  senza chiederti il cognome per una veloce verifica su Facebook, ma solo per parlarti e per conoscersi? Ma se lo facessimo anche noi, senza aspettare, a quel bel viso che vediamo tutti i giorni, alla stessa ora, allo stesso posto? Cosa potrebbe mai accadere?
Beh, qualcosa potrebbe accadere: i siti di incontri on line potrebbero fallire, definitivamente.

E questo, scusatemi, ma non vi sembra già un ottimo traguardo?