venerdì 16 maggio 2014

La "gatta moscia", la cugina "morta" e l' Amazzone incompresa



Oggi vi racconto una storia. La storia di chi ha lo sguardo sottilmente cattivo, la mente chiusa e le fattezze innocenti e slavate. La storia di quelle che non ho mai capito come fanno, ma restano sempre a galla, a dispetto di tutto e tutti.
In verità non è una storia, è un elenco di casistiche da denunciare, perché quelle come me, quelle che hanno un cantiere scombinato in testa  grande come quello dell'Expo di Milano 24 ore su 24, ancora non hanno capito niente di niente, né di loro né di come va il mondo.
Non so se le gatte mosce, che sono le cugine carnali delle morte, hanno un loro codice segreto, un punto di ritrovo o un rito di iniziazione. Ma chi sono queste gatte mosce?
Nel gruppo non ti accorgi di loro, passano totalmente inosservate, con il loro aspetto da Madonna di Loreto 2.0; non hanno tratti particolari se non i loro outfit improbabili e dal lontano sapore primi anni '90. Eppure, sai con sicurezza che loro vincono. Come? Perché? Non troverai mai una gatta moscia sola, triste e single. La troverai tranquilla in un lavoro che le calza a pennello e  ti saluterà porgendo una manina flebile e moscia, proprio come lei. Ci sarà sempre un maschio alfa al suo fianco, pronto a prendersi cura della piccola indifesa, che fiera porterà il suo trofeo in marcia sotto braccio, sfinendolo con lagne e con rimproveri perché possa essere sempre più bravo, corretto ed educato e perché indossi il pulloverino blu regalato con amore. E il malcapitato, che credeva di aver trovato un'apparente tranquillità in una ragazza da sposare, semplice ed innocente, si ritrova rinchiuso in una spirale senza uscita.
Ricorda, non troverai mai una gatta moscia in crisi d'identità o semplicemente turbata dal suo "non essere abbastanza forte per...". La gatta moscia, se non sa di qualcosa, è perché gli altri sono ignoranti, strani,  stranieri, oppure cattivi, e concluderà il tutto con una risatina dolce o con un delicato ghigno. La gatta moscia, vorrebbe un mondo a sua misura, da poter governare con l'arte della sua flemma e della sua intelligenza, o presunta tale. Trova divertenti le persone " diverse da sé" fin quando queste restino abbastanza lontane, soprattutto dalle sue proprietà. Nel rispetto di una cultura cattolica fondamentalista, è caritatevole, con un coltello  nascosto nella borsettina da tirar fuori per le meretrici che irretiranno il proprio fidanzato. Perché non ha un nome questo poveraccio del fidanzato. Ha un ruolo. Che deve svolgere. Che deve portare a termine, finchè morte o suicidio di parte non li separi. E che lui, nel 90% dei casi fa, pur se vacillante e con qualche cornino decorativo.

E noi invece siamo qui, a cercare di capire quello che c'è da capire, a combattere per la nostra identità, pronte a mettere in discussione tutto e tutti, pronte a metterci in gioco per una passione, per un idea, per un sogno. Noi, le amazzoni, le guerriere. Catapultate nella vita che affrontiamo di pancia e di petto e vinte poi da loro e dai loro docili sguardi. La gatta moscia, striscia silente, s' insidia e vince sempre. Un uomo è attratto dall'amazzone e poi sceglie la "micia moscia" o s'innamora di quella morta. Un grande mistero.
Che cosa fare? Io non lo so cosa possiamo fare noi, per vincere. Perché io le gatte, nelle loro molteplici sfumature, le ho sempre odiate e schifate, quindi, una soluzione a questo dilemma, non l'ho ancora trovata.
Ma se da Amazzone si perde però, allora non sarà  arrivato il momento di riflettere sulla cosa giusta da fare? Quindi? Consigli? Beh, appurata l'esistenza di tale specie all'interno della vostra vita, potete fare solo una cosa: studiate il nemico, osservate ed appuntate con precisione. Perché  in fondo, non ci pensate a quanta potenzialità potrebbe esserci in  una Amazzone camuffata da felino?








3 commenti: